Vuoto d’amore e disagio emotivo – parte 2

Salute Mentale amore disagio

Vuoto d’amore e disagio emotivo

Nelle storie che i pazienti mi raccontano si nascondono le difficoltà e i problemi che li hanno indotti a chiedere aiuto per un vuoto d’amore e disagio emotivo

“A fatica e spesso con dolore,
però imparai a spogliarmi di ogni velo.
Imparai anche a guardarmi attorno
e in quel mondo nuovo, non più segnato
dalla prudenza emotiva, scoprii di non essere sola.”

da Scrivere con l’inchiostro bianco
di Maria Rosa Cutrufelli

Quando qualcosa non va, piuttosto che attendere che migliori per fare quel che amiamo, spesso è nell’iniziare a farlo che ci accorgiamo di sentirci meglio. “Se si rimuovono gli ostacoli (…) l’individuo si svilupperà fino a divenire un adulto maturo pienamente realizzato, proprio come una ghianda diventerà una quercia” scrive Yalom (Il dono della terapia, BEAT, Milano, 2016). E spesso è sufficiente supportare il paziente nell’identificare i suoi impedimenti e il resto avviene di conseguenza. Le forze di autorealizzazione presenti in ognuno di noi si alimentano a partire da lì. Il sostegno può aiutare l’altro nell’attivarsi rimuovendo quei blocchi che fino ad allora l’avevano limitato.

La storia di G.

Per G. il bisogno dell’amore di un compagno era stato per anni al centro dei suoi pensieri e la storia di maltrattamenti subiti in tenera età tornava ogniqualvolta si presentava nella sua vita un uomo interessato a conoscerla. Quando una relazione si chiudeva, ancor prima che potesse avviarsi un processo di conoscenza reciproca più intima, in seduta portava il “dove ho sbagliato?”. La sua strada si è aperta quando nel corso della terapia ha compreso che quelli che lei chiamava “errori” erano esperienze che si sono rivelate utili, nel cammino percorso insieme, a trovare nuovi modi di relazionarsi più in armonia con i suoi bisogni attuali.

“Dal momento in cui questo pensiero esiste,
ogni colore si muta, e vi è un’altra storia.”

da Storia dell’eternità
di Jorge Luis Borges

Il raccontarci, in certi contesti, oltre che ad apprendere qualcosa a livello cognitivo, può aiutarci a superare gli stati d’animo negativi. E quando G. decise di partecipare ad un piccolo gruppo di sedute di Scrittura e Cura (il metodo di Scrittura e Cura prevede l’ausilio della Scrittura nell’accompagnare il soggetto verso la cura di sé. Si tratta di uno strumento utile a stimolare l’espressività di chi porta una richiesta d’aiuto, nel rispetto di tempi e modalità che si definiscono ad ogni incontro e la cui direzione guarda alla ricerca di nuovi equilibri) centrato sul “Conoscersi” aveva già chiaro di voler andare oltre l’isolamento nel quale a lungo si era sentita sacrificata.

La scrittura è uno strumento molto efficace e utile a ricordarci quanto, quello che da noi possiamo ottenere, si mostri più facilmente, quando decidiamo di metterci in gioco. È attraverso la narrazione che si sviluppano le relazioni. In quell’occasione dove il gruppo raccoglieva sia persone curiose di conoscersi un po’ di più, sia altre maggiormente interessate ad allargare i propri contatti, la condivisione di momenti di solitudine e l’essersi aperti, a partire da vissuti di vuoto, sono stati il motore di scoperte molto interessanti.

Il desiderio di conoscersi e conoscere di più, al termine dell’attività svolta, ha avviato l’instaurarsi di legami tra alcuni dei partecipanti. E la richiesta ricevuta successivamente da alcuni componenti del gruppo mi ha messa in contatto con l’energia costruttiva che è stata consolidata attraverso la nascita di una associazione di uomini e donne interessati a sviluppare il bisogno di fare rete. L’associazione mi chiedeva una supervisione. Il vissuto condiviso dai partecipanti rimandava a come nuovi legami possano nascere anche quando pensiamo di essere rimasti irrimediabilmente soli e senza speranza di incontrare una persona da amare reciprocamente.

“La gioia scioglie i nodi” recita l’attore Pippo Del Bono, sul palco di un teatro torinese gremito di spettatori emozionati. “La gioia conosce solo l’alfabeto della leggerezza” continua, intenso e etereo, nell’incontro coinvolgente con l’intreccio di gioian amore e dolore che la nostra vita sempre porta con sé. La gioia è anche quella che G. ha condiviso l’anno scorso quando mi ha scritto di essersi innamorata e di sentirsi ricambiata. “Non ho dimenticato le ferite che lei ha accolto durante le nostre sedute, oggi però è come se quei segni fossero diventati per me preziosi, come quei vasi giapponesi dalle crepe sottili, riparate con l’oro.”

Gladys Pace
Psicologa-psicoterapeuta, specialista in Psicologia clinica

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