Oltre i disturbi d’ansia – parte 2

Salute Mentale ansia

Oltre i disturbi d’ansia

I sintomi dell’ansia possono accompagnarsi al timore di un attacco di cuore, alla paura di morire o di impazzire.

L’ansia che ci assale può scaturire anche da un confronto con la nostra esistenza. E le emozioni non sono così scollegate le une dalle altre. Spesso si hanno sensazioni confuse. Talvolta i pazienti non riescono a dire quello che vogliono (…), ma lo comunicano in altri modi, che un buon orecchio clinico è in grado di cogliere (R. Charon, Medicina narrativa, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2019). Ricordo persone che nel descrivere quanto sperimentato dopo un primo attacco di panico hanno riportato il crescere della paura di subirne un altro, in condizioni simili a quelle già vissute, nell’innesco di una spirale che tende ad autoalimentarsi.

“C’è sempre il timore che riconoscendo
le nostre paure esse possano sopraffarci e condurre
la nostra vita. Per questo le ho sempre sfuggite.
Ma ho trovato che attraversandole
accresco il mio potere e costruisco più saldamente
il rispetto di me stesso.”

da A tu per tu con la paura
di Krishnananda

Il caso di G. ed F.

G e F arrivarono in studio insieme, moglie e marito. Una coppia affiatata che da sempre, negli anni, ha affrontato i momenti critici nel sostegno reciproco. Era F ad aver bisogno di aiuto nel gestire l’ansia di G che, in maniera crescente, ha portato la coppia a chiedere un appuntamento. L’evitamento di una serie di situazioni, fino a quel momento abituali nel loro quotidiano di coppia con figli e nipoti presenti nella loro vita (come l’andare a cena fuori, al cinema, il prendere l’auto), è diventato un elemento molto critico e fonte di malessere.

“Ma le parole, a volte, sono equivoche e ci invischiano in una confusione tra dentro e fuori, tra realtà e fantasia.” (A. Techel, Non dormo… quasi quasi scarabocchio, Borla, Roma, 2015). F mi disse che l’unico momento in cui vedeva G serena era quando aveva le mani nella terra e si occupava dei suoi fiori. Tutto il resto in quel periodo era per lei fonte di ansia.

La psichiatra e psicoterapeuta Sue Stuart-Smith, in un articolo pubblicato su Psychologie Positive (Mars-Avril 2019, n°24) descrive come con l’attività del giardinaggio ci si possa sentire “connessi alla vita e si abbia l’impressione di appartenere a un universo allargato – una sensazione questa che combatte naturalmente la solitudine e che rende felici”.

Proposi, come può capitare quando la richiesta arriva da una coppia e c’è la necessita di offrire uno spazio individuale ad ogni componente, di fissare alcune sedute nelle quali avrebbero avuto ciascuno uno spazio per raccontarsi. I colloqui con G furono significativi nell’evidenziare dei passaggi importanti inerenti il suo ciclo di vita, che fino a quel momento non erano stati compresi.

La richiesta d’aiuto di F nasceva dal bisogno di supportare G. E fu così che le nostre sedute si conclusero, nell’accogliere una fase nuova che, dopo il cinquantesimo compleanno si era palesata nel quotidiano di G. Ella poté mettere a fuoco la necessità di un ritmo più lento e di uno spazio nel quale coltivare la bellezza, che per tutta la vita era stata preziosa per lei.

La consulenza non fu la premessa di un percorso di terapia, ma del favorire quelle attività che hanno il potere di influenzare positivamente il nostro mondo interiore e che possono aiutarci a riprendere il contatto con quanto di bello e prezioso è in ognuno di noi. Andare oltre l’ansia spesso richiede il coraggio di fermarsi, riconoscerla e trovare in sé gli strumenti più adeguati per mettersi in condizione di poterla attraversare.

Gladys Pace
Psicologa-psicoterapeuta, specialista in Psicologia clinica

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