La gestione del dolore – parte 1

Salute Mentale dolore

L’approccio terapeutico al paziente che soffre di patologie organiche

Il dolore è un’esperienza di tipo sensoriale, cognitivo ed emotivo, che incide sulla vita delle persone che ne soffrono e dei loro familiari. L’Associazione internazionale per lo studio del dolore (Iasp) definisce “cronico” il dolore che duri più di tre mesi1.

Quando il corpo si fa sentire la nostra attenzione viene richiamata su un sintomo che oltre a disturbarci può, se accolto e trattato, dirci qualcosa di importante per noi. Nella valutazione dei pazienti affetti da questo tipo di dolore i fattori psicologici rivestono un’importanza primaria2.

Di fronte alla richiesta d’aiuto da parte di una persona affetta da dolore cronico, in fase di valutazione, tendenzialmente, le prime sedute sono dedicate alla raccolta dei trattamenti fatti, dei passati interventi e alla stima del grado dell’eventuale patologia organica. Il resoconto delle circostanze relative all’inizio del dolore è di aiuto nella prima definizione che la persona sofferente porta in consulenza.

“L’uomo non può esistere
separato dal corpo”

La depressione e il corpo
di Alexander Lowen

Lo stress mentale

Ricordo la nitidezza con la quale, una signora seguita una decina di anni fa, al primo colloquio, descrisse il momento dell’incidente d’auto, a seguito del quale riportò una frattura al braccio sinistro, come l’apice di un periodo di forte stress sul lavoro. Anche laddove sia presente una causa organica evidente, lo stato emotivo del paziente, al momento della comparsa del dolore, ha una precisa significatività.

Per esempio l’eccessivo stress mentale di cui narrava la signora aveva accompagnato e alterato la manifestazione e il mantenimento di alcuni sintomi dolorosi. Ed è stato anche attraverso la presa di contatto del disagio specifico a lungo trattenuto e dei conseguenti movimenti di ricerca (andata a buon fine) di un’occupazione più adeguata professionalmente, che la signora poté lasciare andare un sintomo che, da lì in poi, aveva esaurito la sua funzione.

“Il corpo può rivelare, per via diretta,
quel che non viene riconosciuto
ed espresso dalla mente”

La malattia sana
di Jader Tolya e Divna Slaver

Lo stato depressivo

Quando le persone arrivano in studio appesantite da un dolore che, per quanto cronico possa definirsi, non cessa di limitare la qualità di vita del soggetto, l’indagine che insieme si arriva ad attuare è volta a esplorarne l’intensità. «Quando è comparso?», «Dove lo avverte?», «Durante il giorno si modifica?» sono alcune delle strade che, insieme al paziente, ci si avvia a percorrere.

Spesso in associazione con il dolore cronico può presentarsi uno stato depressivo. Il signor G. si presentò in studio dopo un anno di visite specialistiche e terapie analgesiche dalle quali riportava la sensazione di girare intorno a qualcosa di «indicibile». Ripeteva puntualmente questo genere di commento al termine della seduta e il quadro depressivo era abbastanza importante. Tra le ipotesi alla base della correlazione tra dolore cronico e depressione, secondo Fields3, sta proprio un aumento della trasmissione sensoriale del dolore legata a un’attenzione maggiore alla parte del corpo dolorante.

Si parla di “messa a fuoco somatica”. In quella situazione il trattamento psicologico inizialmente accompagnato dall’antidepressivo si rivelò la strada più efficace del solo trattamento analgesico. L’abbandono dell’antidepressivo coincise con l’elaborazione terapeutica di un percorso di sedute orientate a rendere “dicibile” quel che, arrivando in studio, il paziente aveva ripetutamente descritto come indicibile.

“… così sono fatte le storie;
le costruiamo come ci pare…
Chiunque racconti una storia
la racconta a modo suo, proprio per ricordarci
che ognuno la vede in modo diverso.”

Non ci sono solo le arance
di Jeanette Winterson

Gladys Pace
Psicologa–psicoterapeuta, specialista in Psicologia clinica
email: studio.psicoterapia.pace@gmail.com

  1. C. Callegari, F. Salvaggio, A. Gerlini, S. Vender, “Elementi clinici e psicopatologici nel dolore cronico”, in Recenti progressi in medicina, Vol. 98 n. 4, aprile 2007, pag. 239.
  2. S. P. Tyrer, A. – M. Estlander, F. J. Keefe, Psychological aspects of chronic pain, Pain in the Elderly, B.R. Ferrell, B. A. Ferrell Editors, Iasp Press, Seattle 1996.
  3. H. Fields, “Depression and pain: a neurobiological model”, Neuropsychiat. Neuropsychol. Behav. Ther., 4 (1991), 83-92.
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