Hamamelis, il nocciolo della strega
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Hamamelis, il nocciolo della strega
Hamamelis: un prezioso rimedio per dare tono alle vene e sollievo agli occhi
Le origini
Hamamelis virginiana fiorisce in inverno, ma la fioritura di profumati fiori giallo arancio per alcune specie inizia già in autunno, quando il giallo delle foglie si confonde con il colore dei fiori, e la loro fioritura continua nei freddi mesi seguenti, dopo che anche l’ultima foglia è caduta e sui flessibili rami rimane solo lo splendore dei fiori. Si dice virginiana perché pare abbia origine dalla Virginia, nell’America del
Nord, dove era già conosciuta dagli indiani d’America, che ne facevano uso per curare le ferite e fermare le emorragie, mentre i rami, flessibili ed elastici, trasmettevano con le loro vibrazioni ai rabdomanti lo scorrere di vene d’acqua nelle viscere della terra.
Proprietà curative
Molto preziosa per il nostro organismo, Hamamelis virginiana ha la rara peculiarità di essere presente fin dai tempi più lontani in:
- preparati cosmetici per la pelle – la schiariva, ne calmava i rossori, leniva i capillari fragili e tonificava il viso;
- preparati fitoterapici per la circolazione venosa – migliora la tendenza alle varici, decongestiona le vene emorroidali, è in generale un ottimo tonico per i vasi venosi;
- colliri per gli occhi stanchi, arrossati, infiammati.
In omeopatia i granuli o le gocce di Hamamelis sono un prezioso rimedio per dare tono alle vene, gli scuri vasi sanguigni in cui scorre il sangue più ricco in anidride carbonica: - per vene scure, stanche, dolenti, per i geloni, quei dolenti gonfiori scuri che possono comparire se prendiamo troppo freddo ai piedi in
inverno; - per la sindrome emorroidaria, specie con sensazione di pulsazione al retto, bruciore, talvolta con perdite di sangue scuro, con grande stanchezza, con indolenzimento alla schiena;
- per epistassi, abbondante, di lunga durata, spesso con comparsa mattutina e dolore alla radice del naso, tra i due occhi.
Hamamelis virginiana è soprannominata anche “nocciolo della strega” per le proprietà terapeutiche e per la somiglianza con il nostro nocciolo, e si racconta che quando per un trauma, un’emorragia, una ferita si possa avere giovamento da Hamamelis possa accadere di sognare…pipistrelli.
L’occhio di Amelia
Amelia amava molto i bambini della scuola materna dove lavorava ogni giorno, amava inventare storie, giochi, accovacciarsi vicino a loro, scherzare, guardarli nei loro grandi occhi e stupirli con invenzioni nuove, amava essere la sorprendente “Amelia “ e la sbalorditiva “Amalia” e nell’incertezza tra una porta da aprire, lo sportello di un armadietto da chiudere, Amalia si ferì vicino all’occhio, e piano piano diventò scura, con un alone nero intorno all’occhio, e diventò anche mortificata, stanca e triste.
Le colleghe si affrettarono ad offrirle i granuli di Arnica, il rimedio dei traumi, degli ematomi, Amalia accettò, incredula di essere lei ad avere bisogno degli altri, lei che suggeriva giochi, racconti nuovi a tutti. L’ematoma tardava a schiarirsi, un’ombra violacea rimaneva ben visibile sotto la pelle sottile del suo viso, le pareva persino che l’occhio, circondato da quell’alone scuro le offrisse una vista meno nitida, e così cercò un oculista, e per fortuna lo specialista conosceva anche l’omeopatia, e con i granuli di Hamamelis Amalia-Amelia ritrovò lo sguardo limpido e la serenità.
Virginia e la ricetta dimenticata
Virginia quella mattina entrò in una farmacia diversa dalla solita, doveva portare dei documenti all’ufficio tecnico del Comune e si ricordò che era bene si provvedesse di quel farmaco che tre mesi prima le avevano prescritto per le sue periodicità dalla tendenza emorragica, ne aveva dimenticato il nome, ma di certo i farmacisti sapevano risolvere enigmi ben più difficili. Era tarda mattina, la farmacia luminosa e tranquilla, e la farmacista gentile le chiese se davvero non avesse la prescrizione con sé, di quel farmaco di cui non ricordava il nome, certamente lei, la farmacista, pensava di sapere qual era il farmaco, ma era meglio poter verificare.
Virginia disse: «l’ho preso una sola volta, erano fiale da bere, talvolta anche a metà mese mi capitano cicli fuori tempo e troppo copiosi, mi stancano, e preferisco avere un farmaco a disposizione…» «potrà usare questo, se vuole, sono granuli di Amamelide, in attesa di verificare la ricetta, che sono curiosa di vedere, li potrà sciogliere in bocca 3 volte al giorno, e certamente saranno un buon aiuto».
Virginia iniziò a prenderli, attratta dall’idea della pianta dell’amamelide concentrata in quei pallini bianchi, incuriosita da questa nuova ed ecologica possibilità, pensando di sperimentare, di prevenire il fastidioso problema femminile. Le sue gambe, stanche, con qualche vena visibile, a cui non aveva mai pensato molto migliorarono, e neppure accadde più quella eccessiva perdita stancante periodica.
A casa dei genitori, una domenica, a Virginia cadde lo sguardo su un voluminoso libro di “Omeopatia domestica” ormai risalente al millennio precedente.Lo sfogliò, cercò il capitolo “vene”, poi “varici”, cercò poi “emorragie”, poi, voltando veloce le pagine “Amamelide”… e pensò che era stata fortunata, e ringraziò la natura, gli indiani d’America, la farmacista, l’autore del libro, suo padre che lo aveva conservato, la medicina complementare e…lo studio necessario ad orientarsi per trovare le soluzioni migliori per la salute. Questi racconti sono frutto della fantasia, e intendono ricordare che le medicine complementari, come l’omeopatia e la fitoterapia, possono costituire un’ottima risorsa per la salute, a cui ricorrere con l’aiuto degli esperti.
Anna Maria Coppo
Farmacia San Giuseppe, Settimo Torinese
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