A tavola nella terza età – parte 1

Terza Età dieta corretta a tavola

Terza età: seguire una dieta corretta e occhio alla malnutrizione

Mettere a tavola cibi salutari e mirati alle esigenze dell’età è fondamentale per mantenersi in forma e rallentare i danni dell’invecchiamento.

La malnutrizione

«Purtroppo circa il 10 per cento della popolazione anziana è malnutrita», spiega Silvia Fargion, docente ordinario dell’Università Statale di Milano e direttore dell’Unità complessa di Medicina Interna a indirizzo metabolico della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. «Questa percentuale sale al 40-60 per cento dei pazienti ospedalizzati nel reparto di medicina interna e addirittura all’80 per cento nei pazienti nelle Residenze sanitarie assistitenziali». Un problema rilevante anche perché nella terza età la malnutrizione è all’origine di disturbi e patologie specifiche.

«Errori nutrizionali e sedentarietà influiscono negativamente sulla massa muscolare con conseguente sarcopenia, che comporta una alterata funzione muscolare ed è quindi causa di cadute, che possono portare anche alla tanto temuta frattura del femore», continua Fargion, «soprattutto in presenza di osteoporosi, frequentissima nell’anziano per carenze nutrizionali, soprattutto di calcio.

Dieta scorretta

Chi fa una dieta scorretta, inoltre, ha probabilità fino a sessanta volte maggiori di ammalarsi di malattie cardiovascolari, metaboliche, tra cui il diabete, e cerebrali, soprattutto se si è verificata una precedente perdita involontaria di peso.

Recenti studi dimostrano che un’alimentazione non corretta è anche alla base di problemi cognitivi, con processi degenerativi a livello cerebrale, quindi proprio quello che tutti noi temiamo con l’avanzare dell’età: la perdita di lucidità e di capacità neurologiche». Inoltre, malattie legate alla nutrizione come il diabete, steatosi epatica cioè accumulo di grassi nel fegato, sindrome metabolica, che dilagano nella nostra società occidentale, tendono ad aumentare con gli anni.

Eccesso ponderale

Va sottolineato che con malnutrizione si intende non solo la carenza di nutrimento ma anche l’eccesso ponderale. «Il metabolismo», ricorda la specialista, «si modifica nell’anziano: ha un minor fabbisogno calorico e quindi di frequente tende all’aumento ponderale. È importantissimo stare attenti al peso, che non deve discostarsi troppo da quello ideale, calcolabile, nella terza età, come quadrato dell’altezza per 26 (il Body mass index- Indice di massa corporea ideale dell’anziano). L’introito calorico di un anziano dovrebbe essere inferiore alle 30-35 kcal per chilo di peso ideale: in una dieta calibrata in media non bisognerebbe introdurre oltre 1.600 KCal nella donna e 1.800 kCal nell’uomo al giorno. Questi valori ovviamente salgono se il soggetto fa attività fisica e quindi consuma di più».

Paola Gregori

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