Oltre l’età matura – parte 2

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Oltre l’età matura

Menopausa e andropausa portano cambiamenti biologici ma, anche ad una certa età, il bisogno di affetto, di relazione, di tenerezza e di riconoscimento resta immutato.

Vivere la vecchiaia

Quando un paziente anziano mi porta la sua storia, il mio ascolto è particolarmente orientato sulle emozioni e sulle relazioni.
Il procedere insieme verso una nuova narrazione nasce all’interno della relazione che ci si trova a vivere nel presente, arricchito dalle radici che, seduta dopo seduta, si mostrano nei loro sorprendenti intrecci.
Un tempo che rallenta e si riempie è quello che ho ritrovato nei racconti di alcuni dei pazienti che sono arrivati a prendersi uno spazio di Cura superati i 60 anni.

«Quello che ho imparato con l’arrivo della terza età e i rimandi che sono riuscita a cogliere, da qui a fuori di qui, è che finalmente il mio tempo è diventato prezioso».
E in quel finalmente si avverte l’eco di un lungo periodo in cui il tempo degli altri occupava un posto prioritario per la Signora L.
L’ultima volta che ci siamo viste i suoi occhi brillavano dei viaggi che non era riuscita a concedersi prima, del calore di amicizie che per anni aveva trascurato, di una serenità che era riuscita a raggiungere oltre le cortine di un “tempo stretto” che non era il suo.

L’antropologo Marc Augé, nel testo Il tempo senza età ci offre come sottotitolo “La vecchiaia non esiste” e, in compagnia dei suoi 80 anni, ci spiega che non c’è un momento in cui ci si sente diventare vecchi. Non esiste un’identità specifica del “vecchio”. L’identità si nutre dell’alterità e il continuare a instaurare relazioni è una strada che può aiutare ad affrontare la solitudine acuita dalla perdita delle persone che amiamo e che con l’avanzare degli anni possono lasciarci.

Che cos’hanno da insegnare gli anziani?
Al di là di uno scambio di informazioni verbali
e di capacità tecniche, essi trasmettono
quello che non si può imparare dai libri.

Età matura, tempo di saggezza
di Zalman Schachter-Shalomi e Ronald Miller

L’avanzare dell’età può aprirci a una interessante metamorfosi.
Può sopraggiungere la necessità di sgomberare. Quando non possiamo assorbire oltre dobbiamo svuotarci e ritrovare la nostra essenza (Borisenko, Essere donna, 1999).

Di fronte all’aumento del tempo libero, con la fine dell’attività lavorativa, la riorganizzazione del proprio stile di vita può non essere semplice.
Lo stesso pensionamento può costituire per alcuni uomini una vera e propria deprivazione in grado di incidere anche pesantemente sul versante depressivo.

Ricordo il Signor D. e il passaggio da un iniziale frenetico tuffarsi e riemergere nelle e dalle diverse attività che da tempo avrebbe voluto intraprendere ad una fase, che l’ha visto poi cercare un sostegno psicologico, nella quale si sono ridotti gli incontri con gli amici, una forte tendinite l’ha bloccato nelle sue intense attività sportive e riprendendo le sue parole «le giornate si sono come svuotate».

Il supporto ha favorito l’uscita da un progressivo isolamento cui era andato incontro negli ultimi tempi. Dall’accettazione di sottoporsi alle più frequenti visite mediche alla presa di contatto con il processo di trasformazione che stava vivendo, si è scoperto felice di dedicarsi ad attività impensabili prima di allora, quali rendersi disponibile al comune del paese in cui risiedeva, per dedicare alcune giornate a lavorare come “nonno vigile”.

Tra le occupazioni che, oltre la maturità, ho visto negli anni agevolare il mantenimento di funzioni fisiche e cognitive buone, rientra il vivere, per chi è in questa condizione, il ruolo di nonni.
Nel rafforzamento dei legami e in quella speciale interazione che vede uomini e donne impegnati nella cura dei figli dei loro figli si assiste alla scoperta di quanto di buono, proprio a partire da una maggiore età e maturità, si è in grado di offrire a una generazione che, nello scambio, ha tanto da prendere oltre che da dare.
Poiché è questo il cuore della Cura: quanto più siamo disposti a dare, tanto più abbiamo l’opportunità di ricevere.

Quando si è giovani, si ha l’impressione
che il tempo corra veloce…
Ma cosa accade quando si invecchia?

La curiosità non invecchia
di Massimo Ammaniti

Gladys Pace
Psicologa-psicoterapeuta, specialista in Psicologia clinica

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