Curiamo i denti ed il sorriso

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Nove persone su dieci ritengono che la perdita dei denti si possa prevenire ma non c’è coerenza rispetto ai comportamenti da mettere in atto per evitarla

Pubblicità, riviste e televisione mostrano continuamente dentature perfette e sorrisi smaglianti. Ma la realtà è ben diversa e il cosiddetto Hollywood smile non sembra essere così diffuso: secondo i risultati di un’indagine condotta da Doxa per conto dell’Aiop, Accademia italiana di odontoiatria protesica (www. aiop.com), infatti, solo il 30 per cento degli italiani tra i 40 e i 75 anni può affermare di avere ancora tutti i denti naturali.

Il fenomeno è più frequente tra le persone al di sopra dei 55 anni, alle quali mancano in media almeno sette denti (dieci tra gli over 65), ma a un individuo su quattro nella fascia 40-44 anni mancano da due a quattro denti. Per il 77 per cento del campione (800 cittadini tra i 40 e i 75 anni di età) la perdita dei denti rappresenta un evento traumatico, specie se si tratta di quelli anteriori, che può essere evitato con pratiche di igiene corretta e uno stile di vita più sano.

Oltre all’impatto estetico, la mancanza di denti viene vista – soprattutto dalle donne con meno di 55 anni – come causa di disagio sulla sfera psicologica, con senso di vergogna, difficoltà di relazione e conseguente isolamento, diminuzione dell’autostima.

Nonostante la gravità percepita, la scelta di integrare i denti mancanti è meno frequente di quanto si potrebbe supporre; oltre un quarto dei soggetti che hanno perso qualche dente non si è rivolto al dentista per una protesi, la metà dei quali dichiara di non averlo ritenuto necessario. Sulla decisione sembrano comunque influire anche gli aspetti economici, insieme a quelli di carattere psicologico tra cui il timore di sentire dolore.

Per quanto riguarda la prevenzione, infine, nove persone su dieci ritengono che la perdita dei denti si possa prevenire ma non vi è coerenza rispetto ai comportamenti da mettere in atto per evitarla, come sottoporsi a controlli periodici dal dentista: una persona su sei non va dal dentista da più di un anno e quasi il 30 per cento dichiara di andarci unicamente se si presenta un problema specifico da curare. Il 20 per cento degli intervistati, inoltre, ritiene che sia sufficiente una attenta igiene orale associata ad abitudini di vita salutari, senza dover per forza ricorrere a visite periodiche.

Anche i denti si ammalano

«Quello della mancanza dei denti», afferma Fabio Carboncini, odontoiatra e presidente dell’Aiop, «è un fenomeno che capita di riscontrare nella pratica clinica anche in persone molto giovani: in questo caso la carie è la causa principale». Della carie si sa che agisce in maniera subdola. Quello che non tutti sanno è che si tratta di una vera e propria malattia batterica, favorita in primo luogo dalla ingestione di zuccheri semplici. Le cattive abitudini alimentari, associate a una scorretta o insufficiente igiene orale favoriscono la crescita dei batteri che danneggiano progressivamente i denti, in alcuni casi fino al punto in cui sono completamente distrutti senza possibilità di recupero.

«Ogni volta che gli zuccheri vengono ingeriti», spiega Carboncini, «abbassano il Ph della bocca creando l’ambiente favorevole allo sviluppo di batteri i quali, tramite il loro metabolismo, producono acidi in grado di intaccare lo smalto. In questo modo i batteri possono attaccare la dentina, una parte più interna del dente e molto meno resistente dello smalto. La carie a questo punto può dilagare, anche molto rapidamente.

Per prevenirne l’insorgenza è necessario curare l’alimentazione e l’igiene orale: è opportuno lavarsi i denti non solo subito dopo i pasti principali, ma anche possibilmente ogni volta che si mangia anche un semplice spuntino, in particolare se si tratta di un dolce, e senza lasciar trascorrere troppo tempo. Non tutte le persone sono colpite allo stesso modo dalla carie, e per i soggetti molto cariorecettivi è sconsigliato mangiare fuori dai pasti principali».

Stefania Cifani

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