Melanoma: occhio alla macchia – parte 2

Medicina melanoma

Melanoma: occhio alla macchia

Il melanoma è la forma tumorale più aggressiva della pelle e può risolversi con una diagnosi precoce

Cure

Ogni anno in Italia si verificano più di 2.000 decessi legati a questa patologia; un dato stabile nonostante l’aumento della sopravvivenza a cinque anni, cresciuta rispetto al passato e oggi pari all’87 per cento. La prima terapia è generalmente la chirurgia per rimuovere la lesione. L’entità dell’intervento dipende dall’estensione del melanoma. Se in stadio iniziale, può essere sufficiente l’asportazione del solo neo con una piccola parte di tessuto circostante, e portare a guarigione nel 90 per cento dei casi. È importante individuare precocemente la lesione perché la prognosi può essere molto diversa in base al suo spessore.

Per melanomi di spessore inferiore al millimetro è buona, mentre peggiora progressivamente con l’aumentare dello spessore. In questi casi si procede anche all’asportazione del linfonodo più vicino per verificare se è stato intaccato dalle cellule tumorali. Negli stadi più avanzati, alla terapia chirurgica si affiancano chemioterapia, radioterapia, immunoterapia. Purtroppo si tratta di un tumore che facilmente evolve verso lo stadio metastatico; le metastasi più frequenti sono ai linfonodi extra-regionali, al polmone, al fegato, al cervello, alle ossa. I progressi della ricerca stanno evidenziando caratteristiche della malattia in base alle quali in futuro sarà possibile mettere a punto terapie personalizzate.

«Siamo oggi di fronte ad una vera e propria rivoluzione legata alla scoperta di diversi tipi di melanoma: non è più appropriato parlare di un’unica patologia, ma di un insieme di malattie, che possono differenziarsi per le caratteristiche biologiche e cliniche delle lesioni nonché per la risposta alle terapie» commenta Giuseppe Palmieri, presidente dell’Intergruppo Melanoma Italiano (Imi). «Il melanoma è un nemico insidioso, dalle molte facce, di molte delle quali, negli ultimi anni, si è riusciti a tracciare un identikit, caratterizzandole a livello molecolare, ovvero identificando le mutazioni genetiche che, all’interno della cellula tumorale, ne regolano la crescita come ad esempio la mutazione a carico del gene Braf che è presente nel 50 per cento circa dei melanomi cutanei.

Considerando che esiste anche un microambiente tessutale con cui interagisce continuamente la cellula tumorale di melanoma, diventa chiaro che c’è ancora molta strada da fare verso una più accurata e completa classificazione molecolare dei diversi sottogruppi di pazienti con melanoma».

Prevenzione

Le basi della prevenzione consistono in una attenta esposizione al sole, sempre protetta dall’uso di creme solari, e nel controllo periodico dei nevi. Ma chi sono le persone più a rischio? Sono considerati a rischio elevato di sviluppare un melanoma gli individui che abbiano avuto casi di melanoma in famiglia (almeno due), o che abbiano una lesione comparsa in età adulta, che aumenti rapidamente di dimensione o abbia una superficie superiore ai 6 millimetri. In tutti questi casi la sorveglianza deve essere massima.

Sono considerate a basso rischio le persone che si siano scottate durante l’infanzia e l’adolescenza, che abbiano lentigginosi diffusa, un numero di nei comuni superiore a 40 o almeno tre nevi atipici. In questi casi il consiglio delle linee guida è un controllo regolare una volta all’anno. Sono infine considerati non a rischio i soggetti con un tipo di pelle che ben tollera il sole e si abbronza facilmente, con assenza di nevi o al massimo la presenza di qualche nevo regolare e stabile.

La prevenzione in farmacia

La campagna “Macchie senza paura” (www.macchiesenzapaura.it) promossa da Federfarma in collaborazione l’Istituto nazionale dei tumori, l’Istituto dermoclinico Vita Cutis e l’assessorato al Welfare della Lombardia, ha portato in farmacia lo screening per il melanoma. All’iniziativa hanno aderito 800 farmacie lombarde delle province di Milano, Lodi e Monza-Brianza.

Durante il mese sono stati effettuati test preliminari su nei o macchie delle pelle a 4.200 persone. Questo ha reso possibile individuare 400 persone bisognose di una visita approfondita, che hanno ricevuto gratuitamente. Di questi, 36 sono poi stati sottoposti all’asportazione di lesioni sospette. Il progetto prevede di estendere la campagna a tutta la regione e in seguito a livello nazionale.

La regola “dell’alfabeto”. Ecco a cosa fare attenzione

Il sintomo principale del melanoma cutaneo è il cambiamento nell’aspetto di un neo o la comparsa di uno nuovo. Le caratteristiche di un neo che possono indicare l’insorgenza di un melanoma sono riassunte grazie alla sigla ABCDE:
• A come Asimmetria nella forma (un neo benigno è generalmente circolare o comunque tondeggiante, un melanoma è più irregolare);
• B come Bordi irregolari e indistinti;
• C come Colore variabile (ovvero con sfumature diverse all’interno del neo stesso);
• D come Dimensioni in aumento, sia in larghezza sia in spessore;
• E come Evoluzione del neo che, in un tempo piuttosto breve, mostra cambiamenti di aspetto.

Altri campanelli d’allarme che devono essere valutati da un medico sono un neo che sanguina, che prude o che è circondato da un nodulo o da un’area arrossata.
(Fonte: Airc – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro)

Stefania Cifani

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