Le alimentazioni di tre miliardi di persone – parte II

Alimenti dolci e Zucchero: consumarli nelle giuste dosi
Nella recente revisione delle Linee Guida sugli zuccheri, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di limitare il consumo di zucchero a meno del 10% delle calorie totali giornaliere, auspicandone addirittura un’ulteriore riduzione al 5% (ovvero circa 25 grammi/6 cucchiaini da tè). Questa ultima indicazione è suffragata da una quantità inferiore di evidenze scientifiche e infatti non tutti sono d’accordo. «La raccomandazione del 5% non è basata sulla qualità della scienza» chiarisce il professor Brighenti, «ma è un chiaro un esempio di “risk management”, ovvero di una decisione politica che non ha nulla a che vedere con quello che ci dice la ricerca.
Gli stessi esperti dell’Oms hanno ammesso di aver usato dati scientifici consolidati per quanto riguarda l’indicazione del 10% ma di scarsa qualità per il 5%». Secondo l’esperto, dunque, si tratta di indicazioni di tipo politico dettate dall’esigenza per l’OMS di dover “gestire” situazioni diverse in diverse aree geografiche. «Pensiamo» prosegue Brighenti «al caso di Città del Messico, una città di 20 milioni di abitanti dove non c’è acqua potabile. Lì il consumo di bevande dolci diventa alternativo all’acqua in bottiglia e, effettivamente, il problema dell’obesità infantile è esploso. È quindi molto sensato e può essere effettivamente importante limitare il consumo di zuccheri, anche se lo sarebbe ancora di più provvedere a fornire acqua potabile alla popolazione. Oppure ci sono paesi nei quali l’igiene orale è trascurata ed anche in questi casi limitare lo zucchero può avere senso nella prevenzione della carie dentaria. Questa è la differenza tra valutazione scientifica del rischio e politica di gestione del rischio».
Ma quanto zucchero viene raccomandato nei vari paesi? Nell’ambito del workshop internazionale è emerso che le linee guida dei paesi presenti – che rappresentano quasi il 50% della popolazione mondiale – sono tutte orientare a un 10% di zucchero aggiunto e non al 5%. Interessante è il caso cinese; stando ai dati sul consumo reale di zucchero (fonte Euromonitor), apprendiamo che in Cina l’introduzione di zuccheri aggiunti è davvero al 5%, se non al di sotto. Eppure la Cina è uno dei paesi che sta assistendo a una crescente diffusione dell’obesità. Secondo The Lancet, il 9 per cento di tutti gli obesi del mondo è cinese. Dunque, ancora una volta risulta apparente che non è il singolo nutriente, ma l’alimentazione nel suo complesso e gli stili di vita a dover essere presi in considerazione. «Nelle nostre Linee guida» ha spiegato Zhang Huanmei della Chinese Nutrition Society «indichiamo l’importanza di un’alimentazione varia che includa diversi alimenti. Inoltre, abbiamo varato delle raccomandazioni specifiche ma differenziate per categorie: ci sono quelle per la popolazione generale che è in buona salute, quelle per le varie fasce d’età dei bambini, quelle per le donne in gravidanza e allattamento, quelle per gli over 65 e anche quelle per i vegetariani».

Cibi e non nutrienti nel carrello della spesa
Perché le Linee guida non restino solo un documento accademico che poi non viene seguito dai cittadini, bisogna cambiare linguaggio. «Quando andiamo a fare la spesa al supermercato» ha spiegato l’australiano Gibson, «non pensiamo a comprare singoli nutrienti, ma più semplicemente del cibo. Per esempio, non serve dire alla gente di mangiare più “folati” come abbiamo fatto sinora con il rischio di non essere compresi. Meglio suggerire di mangiare più verdure a foglia verde. Anziché sostenere che, soprattutto in fase di crescita, le proteine sono importanti, è più utile indicare che è bene consumare le giuste quantità di carne, ma anche di altre fonti di proteine come pesce, legumi o formaggi. Insomma, bisogna fornire indicazioni pratiche che aiutino le famiglie a fare una spesa sana». Semplificare i messaggi ed avvicinarsi di più alla vita reale è anche l’obiettivo del Cra-Nut che sta elaborando le nuove Linee guida italiane che arriveranno nei primi mesi del 2016: «Stiamo mettendo a punto un “cofanetto” composto da un corposo dossier scientifico che rappresenta la base del documento di policy, ma ci sarà un booklet divulgativo con consigli pratici e una grafica accattivante che invogli le persone a leggere e capire» anticipa Laura Rossi.

Esercizio fisico e sana alimentazione: funzionano solo in coppia
Mangiare bene senza svolgere un’adeguata attività fisica non serve a garantirci una buona salute. È quanto sostengono gli esperti internazionali di Linee guida che non a caso contengono sempre anche la raccomandazione di muoversi per bruciare le calorie assunte con l’alimentazione ed evitare il rischio di sovrappeso e obesità: «In Australia» ha spiegato Gibson «abbiamo un grande problema col 60% dei nostri ragazzi che sono sovrappeso perché mangiano male e fanno poco esercizio fisico. Nelle nostre Linee guida affrontiamo questo problema e spieghiamo che fare sport è fondamentale per uno stile di vita corretto. In pratica, non puoi separare l’alimentazione dall’attività fisica. È come la coppia uomo-donna nel matrimonio: l’uno non può fare a meno dell’altra. Quindi, se mangiamo bene ma non facciamo attività fisica oppure se facciamo tanto esercizio fisico ma poi mangiamo male, la coppia non funziona e ne paghiamo comunque le conseguenze in termini di salute».

Dalla scienza alla tavola
Prima di definire Linee guida e raccomandazioni nutrizionali, gli esperti analizzano i numerosi dati scientifici che riguardano le ricerche condotte nel corso degli anni sui nutrienti. Ma dalla ricerca scientifica alla tavola, il percorso è lungo e non sempre i dati a cui ci si riferisce hanno la stessa evidenza scientifica: «Negli Stati Uniti per varare le raccomandazioni nutrizionali ci avvaliamo di una “piramide” che misura l’evidenza scientifica dei vari dati che abbiamo. Per esempio, le opinioni degli esperti hanno un basso peso, gli studi osservazionali e quelli prospettici hanno un valore medio mentre quelli che consideriamo assolutamente al top sono gli studi di intervento condotti in doppio cieco» ha spiegato Joanne Slavin, docente di nutrizione presso l’Università del Minnesota. Secondo l’esperta, poiché le Linee guida hanno un impatto enorme sugli stili di vita dei cittadini, ma anche sulle politiche di prevenzione e di salute dei governi e sulla spesa pubblica, è fondamentale che le raccomandazioni nutrizionali si basino sulle evidenze scientifiche più solide possibile.

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