Emicrania – parte 2

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Emicrania: più che un semplice mal di testa

Oggi si può combattere e soprattutto prevenire in modo più efficace l’emicrania.

Come si cura

La terapia dell’emicrania può essere “acuta” quando mira ad alleviare i sintomi degli attacchi di emicrania nel momento in cui si presentano e “di profilassi” quando mira a limitare la frequenza, la durata e la severità degli attacchi ma anche ad aumentare la risposta ai trattamenti acuti e a ridurre la disabilità connessa all’emicrania. È importante sottolineare, poi, che ogni trattamento farmacologico deve essere associato alla rimozione di fattori scatenanti evitabili e all’adozione di un miglioramento delle abitudini.

Terapia acuta

Per quanto riguarda la “terapia acuta”, la scelta del trattamento farmacologico dipende da molti fattori, come la frequenza delle crisi, i sintomi correlati, le preferenze del paziente e la sua storia di emicrania. Generalmente, chi è soggetto a pochi attacchi o a un dolore non particolarmente severo può tenere sotto controllo il disturbo con l’assunzione di medicinali come paracetamolo o antinfiammatori non steroidei (Fans).

Se però la disabilità associata all’emicrania inizia ad avere un certo impatto sulla vita quotidiana, possono essere utilizzate molecole selettive specifiche come i triptani che agiscono sui recettori della serotonina (un antidolorifico naturale) facendo sì che questa sostanza venga trattenuta. Prima di optare per qualsiasi tipo di terapia, è bene comunque sentire il parere del medico o del farmacista, anche per evitare l’abuso di farmaci che può innescare un circolo vizioso che a sua volta porta a un peggioramento del mal di testa.

Terapia di profilassi

Per il trattamento preventivo dell’emicrania le classi di farmaci più comunemente utilizzate includono betabloccanti, calcioantagonisti, antagonisti della serotonina, antidepressivi e antiepilettici. Un’ulteriore opzione disponibile è la tossina botulinica di tipo A, approvata in Italia per il trattamento dell’emicrania cronica in pazienti che non rispondono o sono intolleranti ai farmaci di profilassi.

Una nuova arma

L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha di recente autorizzato una nuova categoria di farmaci specificamente studiati per la cura preventiva dell’emicrania. Si tratta degli anticorpi monoclonali anti-CGRP, diretti contro il peptide CGRP, responsabile della dilatazione dei vasi sanguigni e dell’infiammazione protagonisti delle crisi emicraniche. Questa classe di farmaci, la cui somministrazione avviene per via sottocutanea, ha dimostrato di ridurre significativamente la frequenza degli attacchi e in alcuni casi di azzerarli completamente, con un ottimo profilo di sicurezza e tollerabilità e, non da ultimo, un marcato miglioramento della qualità di vita dei pazienti trattati.

Un disturbo invalidante

L’emicrania è una delle malattie più diffuse: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), rappresenta la sesta patologia per prevalenza del genere umano (con oltre unmiliardo di persone che ne soffrono, circa il 12% della popolazione adulta mondiale) ed è la seconda causa di disabilità a livello globale, come conferma il 70% di pazienti che soffre di attacchi invalidanti, con notevoli ripercussioni sulla vita quotidiana, il lavoro e le relazioni affettive. In Italia la prevalenza dell’emicrania è del 9% tra gli uomini e del 18% tra le donne e più di un paziente su quattro presenta una frequenza di attacchi superiore a cinque giorni al mese.

Ciò nonostante, il problema è ancora sottovalutato (avere il mal di testa continua a essere considerata una cosa “che capita”) tanto che, secondo recenti dati del Censis, solo il 37% di chi ne soffre la ritiene una patologia a tutti gli effetti e ben il 41% di chi ha a che fare con questo disturbo si rivolge al medico dopo più di un anno dal primo episodio, mentre il tempo medio per arrivare alla diagnosi raggiunge anche i 7 anni.

Claudio Buono

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