Celiachia: bambini gluten free – parte 1

Bambini & Ragazzi celiachia

Celiachia: bambini gluten free

Convivere bene con la celiachia è oggi possibile, anche quando viene diagnosticata nei primi anni di vita.

La diagnosi di celiachia in un bambino è spesso fonte di preoccupazione e di ansia per la famiglia, sia per la salute del piccolo sia per la gestione della vita quotidiana. Inoltre, avviene dopo un periodo non facile per tutti, di malessere del bambino e di rallentamento della crescita. Oggi convivere bene con la celiachia si può, con una alta qualità di vita, e, sebbene sia una malattia cronica, grazie a una corretta dieta priva di glutine, i problemi di salute regrediscono. Vediamo cos’è la celiachia e chi può aiutare la famiglia nella sua gestione.

Un disturbo cronico

La celiachia o intolleranza al glutine è una malattia cronica in cui il sistema immunitario reagisce contro il glutine, una proteina contenuta nel grano, nell’orzo, nella segale e in altri cereali. Quando una persona con celiachia assume glutine con la dieta, il suo sistema immunitario reagisce provocando una infiammazione della mucosa dell’intestino che viene così danneggiata. Le cause della celiachia sono in larga parte sconosciute, ma c’è da considerare una componente genetica, quindi una persona con celiachia ha un’alta probabilità di avere fratelli e figli con la stessa condizione.

Riconoscere i sintomi

Si può scoprire di avere problemi di celiachia a qualsiasi età, ma nei bambini è ancora più importante scoprirlo precocemente, perché prima si esegue una corretta diagnosi e meno facilmente si avranno ritardi o effetti negativi sulla crescita. Bisogna sapere che prima dello svezzamento non è possibile essere celiaci, infatti i bambini non hanno problemi fino a quando il glutine non viene inserito nella dieta. Quindi, se la celiachia è presente in bambini molto piccoli, i sintomi si manifesteranno con le prime pastine a base di grano.

Anche se i sintomi sono estremamente variabili, esiste una sintomatologia tipica, quella a carico dell’apparato gastrointestinale. Questi i sintomi che si manifestano di norma nei primi 2 anni di vita: scarso appetito, diarrea cronica con feci schiumose giallastre, vomito, dolore addominale, importante meteorismo intestinale, perché il corpo del bambino cerca di eliminare quegli alimenti che stanno danneggiando il suo apparato digerente. A questi sintomi si aggiungono pallore cutaneo, apatia, calo di peso e arresto della crescita.

Quando i bambini sono più grandi, invece, i sintomi diventano estremamente variabili e legati sia al malassorbimento di qualche nutriente sia all’iperattività del sistema immunitario: bassa statura, magrezza, anemia da carenza di ferro o di vitamina B12 e folati alto o basso numero di piastrine nel sangue, basso numero di globuli bianchi nel sangue, senso di debolezza, cefalea, irritabilità, dolori articolari e muscolari, rachitismo. Inoltre, possono esserci manifestazioni cutanee come dermatite erpetiforme, orticaria, alopecia. Infine, alterazioni dello smalto dentario e afte al cavo orale.

La biopsia si può evitare?

Secondo quanto riportato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, dal 2015, seguendo le linee guida europee, la diagnosi in età pediatrica viene generalmente fatta sulla base della valutazione dei sintomi, confermata dagli esami di laboratorio con il riscontro di valori elevati di anticorpi antitransglutaminasi di classe IgA. Se i livelli di antitransglutaminasi sono elevati, occorrerà un secondo prelievo per valutare anche la positività degli anticorpi antiendomisio e la presenza dei geni HLA che conferiscono la predisposizione genetica (DQ2, DQ8). Quindi la biopsia intestinale, che in precedenza era indispensabile per porre diagnosi di celiachia, viene oggi evitata nella maggioranza dei casi.

Tuttavia, in presenza di un dubbio diagnostico, si procede come avveniva prima del settembre 2015 e come avviene anche oggi in età adulta, con una biopsia intestinale per la ricerca al microscopio dell’atrofia della mucosa intestinale. alto o basso numero di piastrine nel sangue, basso numero di globuli bianchi nel sangue, senso di debolezza, cefalea, irritabilità, dolori articolari e muscolari, rachitismo. Inoltre, possono esserci manifestazioni cutanee come dermatite erpetiforme, orticaria, alopecia. Infine, alterazioni dello smalto dentario e afte al cavo orale.

Chiara Romeo

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