Blocco mentale ed ansia da esami – parte II

Gli studi condotti sono concordi sul fatto che la risposta all’ansia da esame non sia univoca ma provocata da più fattori coesistenti. Può esservi un problema di eccessiva insicurezza legata a bassa autostima: in questi casi il pensiero di poter fallire il test diventa insopportabile poiché legato, erroneamente, al valore personale. Si investe l’esame di significati diversi, ragion per cui l’esame smette di essere “solo un esame” e diventa la prova per dimostrare qualcosa a famigliari, amici, docenti o se stessi. La caratteristica comune è l’eccessiva importanza data alla prestazione e al suo esito, a cui spesso si accompagnano sentimenti di vergogna, autosvalutazione e depressione. Il rischio è che l’ansia si trasformi in angoscia, che può a sua volta diventare panico, portato dalla sensazione di dover ogni volta giocarsi tutto (autostima, fiducia, approvazione, amore, …) e rischiare di perderlo. Altro problema che frequentemente si riscontra è l’uso di “costrutti cognitivi disfunzionali” ossia di idee irrazionali che alimentano l’ansia, come drammatizzazioni che portano a giudicare gli eventi negativi come intollerabili catastrofi (trasformando, ad esempio, una brutta figura in un’umiliazione intollerabile).

Per questo uno dei problemi che è importante risolvere non è tanto legato all’evento iniziale che ha innescato l’ansia, ma alle tentate soluzioni che si mettono in atto per poterla gestire. Molto spesso, infatti, gli studenti che soffrono di ansia da esame, cercando con le migliori intenzioni di controllarla, provocano le peggiori conseguenze sintomatiche, innescando escalation ansiogene estremamente logoranti sia da un punto di vista mentale che fisico. È davvero importante interrompere questo circolo vizioso, un fenomeno che spesso rischia non solo di compromettere l’esito di un test per il quale si è preparati, ma anche di condizionare negativamente la vita scolastica e personale. A volte può essere utile utilizzare tecniche di rilassamento. Quest’ultime permettono di migliorare la propria capacità di intervenire sulla componente fisiologica dell’ansia, permettendo di gestire meglio sintomi quali batticuore, respiro affannoso, tensione muscolare, ecc. Va detto che le tecniche di rilassamento sono utili se pensati come strumenti che possono essere integrati in un percorso di psicoterapia, efficaci se utilizzati come strumenti di supporto.

Quello che solitamente cerchiamo di fare al Centro Narrazioni è un percorso di psicoterapia che aiuta a scoprire le proprie risorse per poter acquisire maggiore sicurezza di sé, riducendo i pensieri catastrofici e disfunzionali. Si cerca di capire il significato dell’importanza che il giudizio degli altri riveste in modo da guidare la persona nella “scoperta” di valori e qualità fondamentali per l’internalizzazione dell’autostima, con l’obiettivo di renderla meno dipendente dal giudizio degli altri. La finalità non è dunque quella di reprimere l’ansia, ma di imparare a gestirla, utilizzarla in modo costruttivo, come una potente fonte di energia anziché un terribile ostacolo. Anche perché, parafrasando Selye, contrariamente a quanto si pensa di solito, non si deve e non si può evitare lo stress, e quindi l’ansia che ne consegue, ma è possibile incontrarlo in modo efficace e trarne vantaggio imparando di più sui suoi meccanismi ed adattandosi alla sua esistenza.

Centro di Psicologia Narrazioni
Savigliano
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