Un’ora d’aria – parte 1

benessere

Inquinamento aria indoor: l’Istituto superiore di sanità lancia l’allarme

L’inquinamento dell’aria è un problema non solo nelle strade delle città ma anche all’interno delle mura domestiche. Dal fumo di sigaretta, che è il principale, all’uso di detersivi, candele o incensi, sono molte le insidie che minano la sicurezza del nido familiare. L’inquinamento indoor è una forma di alterazione ambientale che interessa i luoghi chiusi ed è causato da comportamenti o fattori spesso attuati inconsapevolmente.

Un problema di salute pubblica contro il quale l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha deciso di intervenire fornendo ai cittadini una guida chiara per imparare a difendersi dagli agenti inquinanti che possono alterare le caratteristiche ambientali dei luoghi chiusi: l’opuscolo L’aria nella nostra casa, come migliorarla.

«Sempre più spesso si parla di qualità dell’aria indoor e dei suoi effetti sulla salute della popolazione, per questo occorre attuare anche nel nostro paese un processo di crescita culturale e di conoscenze», spiega Gaetano Settimo, coordinatore del Gruppo di Studio (GdS) nazionale sull’inquinamento indoor dell’Iss, che dal 2010 è al lavoro per adeguare l’Italia agli standard comunitari sull’inquinamento indoor, per fornire un concreto contributo alla soluzione dei diversi problemi e per promuovere attività di formazione e informazione degli addetti e della popolazione.

Gli inquinanti interni

Ad alterare l’ambiente possono intervenire agenti chimici, fisici e biologici, e i rischi per la salute sono diversi, per esempio di tipo infettivo, tossico e allergico. I pericoli possono arrivare dall’esterno, sotto forma di smog, sostanze chimiche nocive o pollini, oppure essere presenti all’interno della casa. Qui le principali fonti di inquinamento possono avere origine da diverse fonti occupanti (uomo, animali), polvere (ottimo ricettacolo per i microrganismi), strutture, materiali edili, arredi, impianti (condizionatori, umidificatori, impianti idraulici) e aria esterna.

L’essere umano può contaminare l’ambiente con la desquamazione dell’epidermide e l’emissione di goccioline di saliva emesse parlando o con la tosse e lo starnuto. Queste possono rimanere sospese in aria e veicolare agenti infettivi di numerose malattie.
Le attività dentro le mura domestiche contribuiscono a inquinare l’aria. Chi fuma impregna di sostanze chimiche, come nicotina, idrocarburi policiclici, formaldeide, monossido di carbonio e particolato fine, tappezzerie, pareti e arredi, anche per lungo tempo. Queste sostanze possono rappresentare un rischio per la salute, specie per quella dei bambini.

Altri inquinanti interni

Altre fonti di inquinamento sono dovute a processi di combustione di petrolio, gas, cherosene, carbone e legno. La cottura dei cibi e il riscaldamento degli ambienti contribuiscono all’aumento della concentrazione di ossido e biossido di azoto, anidride carbonica e monossido di carbonio. Possono emettere sostanze inquinanti anche i prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa, i prodotti antiparassitari e l’uso di colle, adesivi, solventi e così via, o gli strumenti di lavoro quali stampanti, plotter e fotocopiatrici e prodotti per l’hobbistica.

La fotocopiatrice, per esempio, emette ozono, polvere di toner, idrocarburi volatili. La casa stessa può essere fonte di sostanze nocive. I materiali utilizzati per la costruzione e gli isolanti, soprattutto nelle case nuove, possono rilasciare concentrazioni anche elevate di sostanze non proprio salubri: amianto, fibre vetrose artificiali, particolato, radon; agenti biologici (per presenza di umidità e/o polvere).

Analogo discorso per arredi, materiali di rivestimento, moquette e mobili nuovi, che possono essere fonte di sostanze indesiderate quali e formaldeide, acrilati, Cov e agenti biologici.

Altri potenziali allergeni

In casa sono presenti anche numerosi potenziali allergeni, e non si tratta solo dei pollini provenienti dall’esterno. Tra le insidie domestiche le più comuni sono gli acari (Dermatophagoides pteronyssinus e Dermatophagoides farinae), i derivati della cute di animali domestici (soprattutto cani e gatti), gli scarafaggi (Blattella germanica e Periplaneta americana), i funghi o miceti (Aspergillus spp, Penicillium spp, Alternaria spp). Questi ultimi si possono moltiplicare in presenza di umidità, nei sistemi di condizionamento dell’aria, su frutta e verdura in decomposizione, e lasciare le loro spore su carta da parati, tappeti e terriccio.

La presenza muffe è una delle principali cause di reazioni allergiche quali asma, congiuntivite, rinite e dermatiti. Colonie di microrganismi, poi, possono moltiplicarsi in impianti con acqua stagnante, come umidificatori e condizionatori di aria, vaporizzatori, sistemi di riscaldamento, frigoriferi autosbrinanti, impianti idrici.

Paola Gregori

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