Un buon sonno è importante – parte 1

Un buon sonno è importante

Un amico della salute spesso minacciato da abitudini scorrette: il sonno.

Recupero dell’energia psico-fisica, preservazione della memoria e regolazione del sistema nervoso. Sono alcune delle funzioni assolte dal sonno, un fondamentale amico della salute spesso minacciato da disturbi di vario genere e abitudini scorrette che ne riducono qualità e quantità. La carenza di sonno e le alterazioni del ritmo sonno-veglia, infatti, a lungo andare sono causa di effetti importanti per la salute e aumentano il rischio obesità, diabete, ipertensione, depressione; si ripercuotono su altre funzioni fisiologiche come i livelli ormonali, la temperatura corporea, la pressione arteriosa, il tono dell’umore e il metabolismo energetico.

Benefici e rischi

Studi e ricerche hanno evidenziato gli effetti e i rischi che la mancanza di sonno causa all’organismo. Sistema cardiovascolare – durante la notte, grazie a un riposo regolare i livelli della pressione arteriosa si abbassano per consentire all’apparato circolatorio di riposarsi. Un sonno insufficiente invece si associa a una eccessiva secrezione di cortisolo, noto anche come “l’ormone dello stress”, e quindi a un mancato riposo cardiaco. I microrisvegli legati per esempio alle apnee notturne, aumentano il rischio cardiovascolare e di ipertensione.

Sistema immunitario

Durante il sonno profondo l’organismo libera le citochine, modulatori della risposta immunitaria nei confronti delle malattie. Un sonno insufficiente quindi comporta una riduzione delle difese immunitarie.

Metabolismo

Durante il sonno l’organismo secerne ormoni che agiscono sui meccanismi dell’appetito e del metabolismo. La carenza di sonno modifica la secrezione di insulina, portando chi dorme meno di 6-7 ore per notte a un rischio maggiore di sviluppare il diabete.

Sistema nervoso centrale

Alcuni studi hanno messo in relazione la cronica mancanza di sonno con l’aumento, nelle cellule nervose, dei depositi della proteina beta amiloide, coinvolta nell’insorgenza di patologie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer.

Attività quotidiane

L’insonnia, con la difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno per tutta la notte, e la sonnolenza diurna eccessiva sono i principali disturbi del sonno. In generale una persona su dieci soffre di insonnia, che può manifestarsi con risvegli ripetuti, sonno a singhiozzo, risvegli precoci dopo pochissime ore. Si parla di insonnia cronica quando le difficoltà si protraggono per oltre tre mesi e si verificano ripetutamente durante la settimana.

Un cattivo sonno riduce il rendimento nelle attività quotidiane; chi dorme poco o male lamenta stanchezza durante il giorno o al risveglio, occhi stanchi al risveglio, difficoltà di concentrazione, irritabilità. Per capire se si soffre di insonnia non è sufficiente, negli adulti, limitarsi a considerare il numero di ore di sonno, mentre contano molto anche la sua qualità, l’andamento del ritmo sonno-veglia e se al risveglio ci si sente riposati. Tuttavia, avvisano gli specialisti, chi dorme meno di cinque ore per notte almeno tre volte alla settimana e per un periodo anche solo di sei o sette mesi, è a forte rischio di sviluppare ipertensione e malattie cardiovascolari.

Cambio dei ritmi

Con la fine dell’estate e la ripresa delle attività scolastiche e lavorative, l’organismo è sottoposto a uno sforzo di adattamento ai nuovi orari e impegni, in un periodo che coincide anche con modifiche ambientali significative, come abbassamento delle temperature e diminuzione delle ore di luce. Per alcune persone questo passaggio può rivelarsi difficoltoso, e possono comparire disturbi come ansia, insonnia, nervosismo, mal di testa, tensioni muscolari.

È di grande aiuto avere un sonno regolare, cercando di andare a dormire, per quanto possibile, sempre alla stessa ora, avere una alimentazione sana e fare attività fisica. Quest’ultima è importante perché permette di liberare la mente dalle preoccupazioni e contrastare ansia e tensione, grazie all’aumento del livello di endorfine che induce. Il periodo della ripresa scolastica è faticoso anche per bambini e adolescenti, per i quali la regolarità del sonno è ancora più importante: la carenza di sonno incide negativamente sulla memoria, sulla capacità di giudizio, sull’attenzione e sulla stabilità emotiva.

Secondo la Sipps (Società italiana di Pediatria preventiva e sociale) in media i bambini di 3-5 anni dovrebbero dormire almeno 10-13 ore, quelli di età compresa tra 6 e 10 anni non dovrebbero dormire meno di 9-11 ore, mentre sono almeno 8-9 le ore di sonno raccomandate per i ragazzi tra gli 11 e i 13 anni.

Stefania Cifani

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