Tumori maschili – parte 1

Tumori Maschili

Prevenzione e la diagnosi precoce

La prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori maschili sono ancora sconosciute in Italia.

Cultura alla prevenzione

Scarsa cultura alla prevenzione, pudori e tabù che purtroppo in molte famiglie sono ancora ben radicati, spiegano perché, nel nostro Paese, le diagnosi relative ai tumori del pene e dei testicoli persistano, con troppa frequenza, a essere tardive, quando invece trattamento e probabilità di guarigione dipendono proprio dallo stadio della malattia. «Stupisce come ancora oggi ci siano pazienti che arrivano dall’oncologo con una patologia in fase avanzata», afferma Roberto Salvioni, direttore S.C. Chirurgia urologica dell’Int, Istituto nazionale dei tumori di Milano.

«Purtroppo, però, i dati di alcuni anni fa non sono cambiati: otto uomini su dieci non si sottopongono neppure a una visita urologica nella loro vita. Così, ad esempio, non è raro che la diagnosi di un tumore dei testicoli avvenga casualmente, quando la coppia si rivolge a un Centro per problemi di infertilità».

Eppure ridurre l’incidenza di queste neoplasie si può: basterebbe cambiare l’approccio dei maschi italiani alla prevenzione e alla diagnosi precoce, educandoli fin da piccoli (indicativamente, già a partire dai dieci anni d’età) a un rapporto più naturale con il proprio corpo e al rispetto di due semplici regole salvavita, come la cura costante dell’igiene intima e il controllo dei genitali tramite autopalpazione.

Detergere correttamente i propri genitali

«Ai bambini va insegnato come detergere correttamente i propri genitali prima dell’inizio della vita sessuale», sottolinea il dottor Salvioni. «Questo vale sempre e soprattutto per chi alla nascita non è stato sottoposto a circoncisione. Oggi è scientificamente assodato che nelle popolazioni maschili in cui è presente questa pratica, il rischio di tumore del pene è molto basso. La ragione? La preservazione del prepuzio, cioè della piega cutanea che ricopre il glande, fa sì che con grande facilità si formino ristagni di secrezioni. Alla lunga, si crea uno stato di irritazione cronica che rappresenta un fattore di rischio oncogeno».

E aggiunge Roberto Salvioni: Imparare a detergersi accuratamente, fin nella zona sotto il glande, evita anche la fimosi, il principale fattore di rischio di tumore del pene. È la formazione di tessuto cicatriziale a seguito di una condizione infiammatoria cronica, che impedisce di scoprire il glande». Il momento dedicato all’igiene personale diventa l’occasione per controllare anche i testicoli. A ribadirne l’importanza è l’American cancer society, secondo cui l’acqua calda rilassa la pelle dello scroto rendendo più facile la palpazione.

Come chiarisce il dottor Salvioni: Proprio toccandosi i testicoli nel momento dell’igiene quotidiana è possibile cogliere differenze nella forma o nella consistenza, che potrebbero essere un segnale precoce di malattia. Così come, osservando e palpando il pene, si possono trovare macchie, rigonfiamenti e in generale qualcosa di diverso dal solito, da segnalare al proprio medico».

Vaccinazione anti Hpv

Sì anche alla vaccinazione anti Hpv, perché la presenza di un’infezione da Papilloma virus aumenta, da quattro a otto volte, il rischio di tumore del pene. Il vaccino è gratuito per i dodicenni, così come avviene già per le ragazzine, ed è stata introdotta anche per i maschi la chiamata attiva, cioè tramite invito da parte della Asl.Unico neo: al momento non tutte le regioni assicurano la possibilità di vaccinarsi.

«È un problema da risolvere in tempi rapidi, perché stiamo notando un abbassamento dell’età di insorgenza del tumore del pene, legato alle infezioni virali da Papilloma virus», puntualizza Salvioni. Che aggiunge: «Rendere disponibile la vaccinazione su tutto il territorio nazionale, però, non è sufficiente: occorre potenziare l’informazione, ragguagliando i genitori di figli maschi sull’efficacia protettiva del vaccino nei confronti di questo carcinoma. Anche perché il condom è certamente un’efficace barriera e proprio per questo va sempre utilizzato, ma non permette una protezione totale contro il virus».

Claudio Buono

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