Traumi da sport invernali

Con l’inverno e la pratica intensa dello sci, una buona percentuale dei traumi che giungono al Pronto Soccorso sono da sport.
D’istinto, si potrebbe pensare che le articolazioni più a rischio siano il ginocchio e la spalla, ma invece anche la mano e il polso, in caso di caduta, sono esposti a violenti traumatismi. Infatti fra tutte le fratture aumentano in particolare proprio quelle del polso. Possono essere fratture semplici, ma anche complesse e quindi di più lenta e difficile guarigione.
Che cosa succede quando ci si frattura il polso
Il polso è l’articolazione che collega l’avambraccio alla mano. È formata dalla parte finale del radio e dell’ulna e da due file di quattro piccole ossa, che formano il carpo, collegate fra loro da 33 legamenti.
È facile comprendere come una frattura a carico di questa articolazione possa rendere necessari interventi chirurgici lunghi e complessi ed una riabilitazione che può durare anche alcuni mesi. Negli ultimi anni le fratture di polso durante l’attività sportiva hanno cambiato caratteristiche. Questo è dovuto a vari fattori, tra cui il protrarsi della fase attiva della vita e l’inizio di attività sportive in età sempre più giovane, cioè ancora in un periodo di accrescimento osseo.
Altri fattori di rischio sono certamente la velocità consentita dai nuovi attrezzi sportivi, tecnologicamente sempre più avanzati, il crescente affollamento delle piste e il trattamento artificiale della neve. Tutti questi elementi contribuiscono ad un progressivo aumento degli incidenti sportivi e della loro gravità, in particolare dei traumi complessi ad alta energia, conseguenti ad impatti violenti. La diagnosi di queste lesioni dispone oggi di sempre più raffinate indagini
strumentali, così come le nuove tecnologie forniscono per il trattamento sofisticate placche e viti che consentono ottime ricostruzioni della parte lesionata, mobilizzazioni precoci e di conseguenza una riabilitazione più rapida. Ciò nonostante le lesioni più gravi, anche se trattate chirurgicamente, lasciano comunque dei danni permanenti.
Più difficile della riparazione ossea è la riparazione dei legamenti, tessuti particolarmente difficili da ricostruire, la cui funzionalità torna normale dopo un lungo periodo riabilitativo e purtroppo non sempre.
La lesione da bastoncino
Un tipico incidente da sportivo è quello che provoca la “lesione da bastoncino”: lo sciatore cade e atterra violentemente sulla mano aperta, con il bastoncino, a cui resta legato, ancora impugnato. Ne soffre la mano e l’urto si scarica tutto sulla delicata articolazione del polso e sul pollice. Le lesioni che in questo caso si possono determinare riguardano sia le ossa che i legamenti e in particolare quelli che danno stabilità al pollice, con elevata complessità riparativa. Se l’incidente capita poi su neve artificiale o trattata per le gare, l’impatto è ancora più violento, poiché si cade su un manto nevoso meno soffice di quello naturale.
Qualche consiglio per preservare l’articolazione del polso quando si fa attività sportiva
La salute e un corretto funzionamento del polso si preservano fondamentalmente con regole di buon senso. Esistono tutori e protezioni anche per il polso, come per altre parti del corpo, ad esempio la schiena, le ginocchia, gli stinchi e i gomiti, esposte a diversi traumatismi durante le attività sportive. Ogni protezione ha un utilizzo specifico e, tuttavia, in alcuni casi, il trauma determina ugualmente un danno, in quanto l’energia dell’impatto si scarica su parti del corpo vicine a quelle direttamente interessate e protette. Il problema non si risolve, si sposta soltanto.
Altro fattore da considerare è l’uso improprio delle protezioni che, oltre a dare allo sportivo una fallace impressione d’invulnerabilità, può limitare l’agilità e quindi favorire l’errore o rendere più difficile un recupero del gesto sportivo.
Nello sci, più che l’uso di tutori e gusci, sicuramente l’uso del casco e l’osservanza delle più comuni regole di sicurezza, come ad esempio i diritti di precedenza sulle piste da sci, sono un metodo sicuro per ridurre i traumi che possono avere conseguenze anche pesanti su sportivi di ogni età.

Silvia Alparone

© NOTIZIE PER TE – Farmauniti