Tatuaggi, che passione – parte 1
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Tatuaggi, che passione
Sono oggi una moda che non sembra conoscere crisi, senza distinzione di età e ceto. Piccoli, grandi, grandissimi. I tatuaggi sono oggi una moda che non sembra conoscere crisi, senza distinzione di età e ceto. Secondo un’indagine realizzata nel 2015 dall’Istituto Superiore di Sanità, il 13% degli italiani ha almeno un tatuaggio sulla pelle. Il primo viene effettuato in media a 25 anni, ma il numero maggiore di tatuati riguarda la fascia d’età tra i 35 e i 44 anni (29,9%). Nell’ambito del campione inoltre l’8% è rappresentato da ragazzi di età inferiore ai 18 anni.
Una procedura diffusa dunque, ma sempre sicura ed esente da rischi? Non del tutto. Se è vero che nella maggior parte dei casi fare un tatuaggio non comporta conseguenze, è bene sapere che prima di procedere è necessario informarsi, che non tutte le persone possono sottoporvisi e che ci sono alcuni accorgimenti da osservare, primo fra tutti quello di rivolgersi a un centro autorizzato.
Rivolgersi a un professionista
Occorre ricordare che farsi tatuare la pelle è una procedura invasiva: il disegno, permanente, viene eseguito per mezzo dell’iniezione di inchiostri nello strato più profondo della pelle, il derma. Le macchine utilizzate perforano la pelle ad una velocità che può variare da 50 a 3.000 volte al minuto, generando una ferita e uno stress per la cute. Gli inchiostri utilizzati sono composti da pigmenti artificiali; è necessario assicurarsi della provenienza, evitando prodotti di dubbia origine o acquistati attraverso rivenditori non ufficiali, e controllando che non contengano sostanze vietate.
È recente infatti la notizia del ritiro dal mercato di nove pigmenti (questi i nomi: Dubai Gold, Sailor Jerry Red, Black Mamba, Green Beret, Hot Pink, Banana Cream, Lining Green, Lining Red Light e Blue Iris) perché non conformi alla direttiva europea del 2008 che regola il settore e contenenti sostanze pericolose come ammine aromatiche, toluidina e anisidina, idrocarburi policiclici aromatici, inserite da tempo tra gli agenti cancerogeni.
Il rischio è che le sostanze contenute nell’inchiostro penetrando attraverso la pelle possano entrare in circolo, come documentato da una ricerca dell’Iss che ne ha rilevato tracce nei linfonodi di alcune persone tatuate. Fondamentale rivolgersi a un tatuatore qualificato, per il quale sia attestata la frequenza di un corso di formazione regionale specifico e che rispetti i requisiti igienico-sanitari previsti dalle Linee guida del Ministero della Sanità per quanto riguarda l’igiene degli strumenti e dei locali.
Ci sono rischi?
Il primo rischio riguarda le infezioni legate a una mancata sterilizzazione degli strumenti. Gli aghi e i contenitori di inchiostro devono infatti essere monouso. Una contaminazione può esporre a un alto rischio di infezioni batteriche o fungine. E in caso di sangue infetto, alla trasmissione di gravi malattie virali come epatite B e C, o del virus dell’Hiv. Altre fonti di infezione sono i microorganismi presenti
sulla cute del tatuatore o della stessa persona che si sottopone a un tatuaggio, se non vengono osservate strette norme igieniche durante l’esecuzione.
Può capitare poi che l’area tatuata mostri segni di infezione locale con gonfiore e rossore, e che in alcuni casi compaiano febbre e mal di testa. Situazioni che in genere si risolvono senza lasciare traccia, ma per le quali è sempre bene chiedere consiglio al medico. I tatuaggi provocano alterazioni della pelle che possono causare alcune complicazioni. Le sostanze contenute negli inchiostri, specialmente se colorati, possono indurre reazioni allergiche con prurito ed eruzioni cutanee come bolle e vescicole, anche a distanza di tempo. In soggetti predisposti, la pelle incisa può manifestare una reazione infiammatoria e dare luogo all’ispessimento del tessuto, con la comparsa di cheloidi.
Tra i componenti degli inchiostri inoltre può nascondersi il nichel, sostanza alla quale molti individui sono allergici. Ma il rischio maggiore dei tatuaggi è legato alla possibilità di nascondere un tumore della pelle, o un melanoma. Quando sono molto estesi o molto scuri, infatti, diventa molto difficile individuare precocemente una lesione e sono sempre più numerosi i casi di diagnosi effettuate in stadio avanzato. Per questa ragione è fondamentale sottoporsi a controlli dermatologici regolari.
Stefania Cifani
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