Specchio specchio delle mie brame – parte I

La guerra del femminile si combatte sempre più sul terreno della bellezza. il 50% delle figlie va dal chirurgo insieme alla mamma. e le madri? lasciano a casa il marito e si fanno accompagnare in clinica dalla prole. il 10% delle volte si operano entrambe, complicità? No,
rivalità.
Se nella favola dei Fratelli Grimm la protagonista dell’invidia era la matrigna di Biancaneve che non si arrendeva al trascorrere del tempo e all’idea di una rivale, oggi lo specchio mostra alle figlie l’immagine delle donne che saranno e alle madri di quello che sono state. Non è necessario eliminare la rivale come nella fiaba, basta diminuire il più possibile il gap tra queste due immagini, a colpi di bisturi se necessario.
Un allungamento della vita media, il rallentamento della vecchiaia grazie alle condizioni di vita ottimali, all’alimentazione sana e variata ha creato un fenomeno mai conosciuto prima nella storia, la compresenza nelle famiglie di donne di generazioni differenti ancora in grado di procreare ma, soprattutto, sedurre. Donne che per la prima volta nella storia dell’umanità vivono condizioni analoghe la fertilità e quindi la competizione, nello stesso momento in una condizione che rende i ruoli ‘liquidi’, compenetrati e qualche volta scomodi.
Pietro Lorenzetti, chirurgo plastico già autore di ‘Intelligenza estetica’ e ‘Il chirurgo dell’anima’, nel suo terzo lavoro si cimenta in uno dei rapporti più complessi e sfaccettati, quello tra una madre e le figlie dello stesso sesso. “Mi sono accorto molto presto che le donne sono cambiate e non sono più quel modello appreso nella mia infanzia siciliana in cui le madri invecchiavano precocemente e assumevano il ruolo di matriarche, donne potenti che gestivano i nipoti e il nucleo familiare. Erano poche quelle che potevano permettersi il lusso di essere affascinanti dopo una ‘certa’ età. Qualsiasi seduttività era considerata inappropriata in una donna dopo i 40-45 anni.
Con il dopoguerra e il benessere è cambiato tutto e la differenza di età è diventata più labile. Negli ultimi 30 anni la rivoluzione: le madri sono diventate le rivali dirette delle proprie figlie, donne affascinanti e bellissime che competono per l’attenzione e gli sguardi dei compagni di liceo o università”. Un cataclisma di dimensioni sociali, culturali e psicologiche ancora poco indagato. Lo ha fatto il chirurgo siciliano gettando una luce su questo rapporto a partire da una posizione privilegiata, la professione ispirata alla bellezza, quello che da alcuni viene considerato il moderno confessore: “È un po’ così, la gente viene nel mio studio e non mi parla solo della parte del corpo che detesta e vorrebbe cambiare ma mi racconta il percorso mentale e umano che l’ha portata da me.
Chi arriva dal chirurgo nella maggior parte dei casi ha pensato a lungo, non agisce sulla spinta di un impulso, la scelta di farsi operare è sempre un atto ‘premeditato’, maturato anni. E a quella decisione bisogna fornire – a me e a se stessi- una serie di motivazioni molto solide. Ecco perché il medico, e il chirurgo plastico, finisce per essere un confidente a cui rivelare ciò che si dice solo ad uno psicoterapeuta: le fragilità, le insicurezze, le paure di non essere all’altezza”.

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