Sigaretta elettronica

TABAGISMO:
17 mila vittime “vorrei e ora posso”: il 50% dei soggetti che si sono sottoposti al percorso guidato ha smesso
“La verità sulla sigaretta elettronica” è oggi in vendita su Amazon in versione Kindle.
Nuovo e agile manuale scritto dagli autori di 101 motivi per non fumare: Fabio Beatrice, medico, e Johanna Rossi Mason, giornalista scientifica. Il libro nasce da un lungo percorso scientifico e intellettuale:
«Dopo il boom del 2011, la novità aveva conquistato tutte le pagine dei giornali e le vie cittadine, con la comparsa di nuovi negozi e fumatori di sigarette elettroniche. All’euforia dello svapo è seguita però una certa delusione per chi aveva pensato di smettere solo accendendo il nuovo dispositivo. Ci siamo resi conto che la gente aveva in mano uno strumento dalle grandi potenzialità ma nessuno aveva capito come usarlo per ottenere il risultato di passare dalla sigaretta all’elettronica superando la dipendenza e il carving» (Fabio Beatrice, Johanna Rossi Mason).
Ogni anno in Italia meno di 18 mila fumatori si rivolgono ai centri antifumo e chiedono aiuto per smettere di fumare. Più o meno la metà di questi ce la fanno (meno dello 0,1%), ma circa 11 milioni di persone continuano a far parte della schiera dei fumatori. Purtroppo il 65% tenta di smettere da solo e la cosa raramente funziona. Smettere di fumare sigarette è difficilissimo perché bisogna liberarsi da una dipendenza complessa che uccide ogni anno oltre 6 milioni di persone nel mondo per patologie correlate e che provoca più morti di alcol (2,5 milioni), obesità (2,8 milioni), incidenti stradali (1,2 milioni) e omicidi (473mila) messi insieme. Se il 50% dei fumatori italiani passasse alla e-cig, si stima che si potrebbero salvare oltre 40 mila vite ogni anno e risparmiare almeno 3 miliardi di costi sanitari.
In base alle linee guida un fumatore può essere definito ‘ex’ non prima di sei mesi dall’ultima sigaretta e le percentuali di cessazione a 12 mesi non sono confortanti: solo il 5% riesce senza aiuto, il 12% smette con l’ausilio della terapia comportamentale, il 16,8% con i prodotti sostitutivi della nicotina e il 25% con i farmaci.
Mentre i ricercatori iniziavano a studiare gli effetti del nuovo modo di fumare concentrandosi sulla dicotomia “fa bene o fa male?”, a Torino il dottor Beatrice e il suo staff iniziavano a pensare ad un metodo, senza mai perdere di vista l’utilizzatore finale.
L’elettronica infatti ha permesso di allargare gli orizzonti verso un approccio nuovo, di “riduzione del danno”, in cui il fumatore viene accompagnato in un percorso con obiettivi che tengono conto della sua storia di tabagista. Un fumatore su due può abbandonare l’uso
della sigaretta tradizionale con una significativa riduzione del danno respiratorio grazie a un uso guidato della sigaretta elettronica. È la conclusione a cui sono giunti i ricercatori dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco ASL TO 2 di Torino, che hanno monitorato l’uso dell’e‐cig in 34 forti fumatori resistenti ad ogni tipo di intervento di cessazione al fumo. Lo studio ha riguardato 34 fumatori, 18 uomini e 16 donne, di età media di 40 anni, che consumavano circa 20 sigarette al giorno da almeno venti anni, reclutati al centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni
Bosco di Torino.
I risultati sono superiori a tutti gli altri metodi: «Già dopo il primo mese di studio, il 74% dei partecipanti utilizzava la sola sigaretta elettronica, un 18% fumava sia la sigaretta elettronica che una/cinque sigarette normali e solo un 8% dei partecipanti continuava a fumare le normali sigarette»
(Fabio Beatrice, Direttore del Centro Antifumo San Giovanni Bosco di Torino).

Francesca Varano

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