Quando il piede fa soffrire – parte 1

Medicina piede

Quando il piede fa soffrire

Composto da 26 ossa, oltre che da numerosi muscoli e articolazioni, il piede è tra le parti del corpo più complesse e delicate in assoluto, e non di rado soffre di deformazioni anatomiche che causano dolore e difficoltà di movimento. Alluce valgo, dita a martello, piede piatto e piede cavo si classificano ai primi posti della hit dei problemi più frequenti che fanno soffrire le estremità.

Alluce valgo

Si tratta di una delle patologie più diffuse a carico del piede: a soffrirne sono in particolare le donne adulte, nella fascia di età che va dai 40 ai 60 anni. Il problema è dovuto a una deviazione laterale della falange del primo dito (alluce) accompagnata da una torsione all’interno del primo metatarso (l’osso lungo che si articola con la base del dito) che provoca un rigonfiamento esterno, la cosiddetta “cipolla”. L’alluce valgo tende ad aumentare con l’età e, se trascurato, può causare disturbi posturali anche seri che si ripercuotono in particolare su schiena e ginocchia. Questo perché modifica il modo in cui il peso del corpo viene distribuito sulla parte anteriore delle estremità.

Le cause

Familiarità a parte, un alluce valgo può essere anche il risultato di difetti anatomici non corretti in gioventù (come il piede piatto, che porta le dita ad allargarsi “a ventaglio”, con l’alluce che comincia a deviare all’interno, spinto dalla scarpa) o di anni di calzature inadatte (strette o con la tomaia troppo rigida, a punta e col tacco troppo alto) che aumentano il carico sull’avampiede. Il continuo attrito della protuberanza laterale con la tomaia può provocare episodi infiammatori, con l’alluce che appare rosso, gonfio e assai dolente. Di conseguenza, oltre a non riuscire a camminare agevolmente, non di rado si provano fitte martellanti anche di notte, a riposo.

La soluzione

Contro l’infiammazione acuta è utile ricorrere, per qualche giorno, a un antinfiammatorio, in pomata o gel. Inoltre si può chiedere consiglio al farmacista sull’uso dei “protettori per alluce valgo”, ovvero dischetti in morbido poliuretano contenenti gel di silicone che, una volta applicati sulla zona infiammata, riducono l’attrito meccanico con la scarpa, attenuando il dolore. Ma per correggere la deformità e alleviare il disagio dovuto a questa condizione, solo l’intervento è risolutivo.

Alla tecnica “a cielo aperto”, che prevede l’apertura chirurgica della cute e dei tessuti, l’asportazione di parte di osso e l’inserimento di supporti volti a riportare l’alluce nella corretta posizione, oggi si affiancano, dove l’indicazione lo permette, tecniche di chirurgia mininvasiva, in regime di day surgery o ambulatoriale e in anestesia periferica, che prevedono l’impiego di appositi strumenti (come minifrese o lame) attraverso piccole incisioni della cute, senza l’utilizzo di viti, fili o placche.

Dita a martello

Sono il risultato di una deformità che interessa una o più dita del piede, con le falangi che curvano verso l’alto in corrispondenza dell’articolazione centrale, assumendo la caratteristica forma ‘a martello’.

Le cause

Vanno da una predisposizione congenita a un trauma, a malattie neurologiche (come le paralisi spastiche) o infiammatorie del piede (come l’artrite reumatoide), ma in molti casi il problema è associato alla presenza dell’alluce valgo che, spingendo verso le altre dita del piede, le porta a contrarsi ‘ad arco’. La comparsa delle dita a martello è altresì riconducibile a squilibri muscolari dovuti al piede cavo, per via di una cattiva distribuzione dei carichi sull’avampiede.

Comunque, anche le calzature non idonee (strette in punta o troppo alte) sono un fattore importante nell’insorgenza del disturbo, il che spiega almeno in parte perché ad esserne colpite sono soprattutto le donne. In tali condizioni le dita assumono una posizione innaturale e a causa del continuo attrito del loro dorso con la parte superiore della scarpa, possono determinare dolore anche intenso quando si cammina.

La soluzione

Per dare sollievo alla zona che duole, oltre all’utilizzo di scarpe adatte (morbide, con punta rotonda e poco tacco) esistono appositi cuscinetti protettivi per le dita in vendita in farmacia. Ma per correggere il difetto in modo risolutivo è necessario sottoporsi a un intervento di chirurgia mininvasiva che, a seconda del grado di deformità, può consistere nella semplice sezione dei tendini retratti, oppure nella osteotomia (taglio) delle falangi allo scopo di riallinearle. L’intervento dura pochi minuti e viene effettuato in anestesia locale e in regime di day hospital, attraverso due o tre incisioni di un paio di millimetri circa.

Claudio Buono

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