Neonati prematuri: piccoli guerrieri – parte 1

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Neonati prematuri: piccoli guerrieri
Neonati prematuri: I bambini nati prima del termine e le loro famiglie hanno bisogno di una rete di assistenza e di cure durante e dopo il ricovero
Sono tutine 0000, i piedini piccoli come quelli di una bambola, i tubicini, il rumore dei monitor accesi: nel mondo un bambino su dieci nasce prima del termine naturale della gravidanza. Sono bambini che pesano anche 500 grammi, che dalle loro mamme vengono chiamati piccoli guerrieri, lottatori, campioni, eroi o leoni per sottolinearne lo spirito combattivo, la resistenza e la forza. La Società Italiana di Neonatologia, ha lanciato un appello per migliorare l’assistenza neonatale in tutto il nostro Paese, chiamando tutti coloro che sono direttamente o indirettamente coinvolti nella cura dei nati pretermine a sottoscrivere un “patto” di collaborazione.
Nati prima del termine
«I neonati pretermine, cioè quelli che vengono al mondo prima della trentasettesima settimana di età gestazionale, sono una grande sfida per la neonatologia e per la società» spiega il Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), Fabio Mosca «La nascita di un bambino prematuro, o che presenta fin dai primi momenti della sua vita delle patologie, è fonte di sofferenza e di stress per i genitori, che si trovano proiettati bruscamente in una nuova realtà, dolorosa e incerta, il cui impatto risulta spesso traumatizzante».
Continua Mosca: «per supportare adeguatamente questi bambini e le loro famiglie è fondamentale poter contare su una rete efficiente di cure perinatali, che deve iniziare durante la gravidanza e al momento della nascita, che deve avvenire in Ospedali dotati di Terapia intensiva neonatale e proseguire anche dopo la dimissione, con servizi di assistenza domiciliare e follow-up adeguati e omogenei in tutto il Paese». L’immagine principalmente associata dalle mamme al personale tutto della Terapia intensiva neonatale è quella dell’angelo: una figura che fa da tramite, che protegge e custodisce, verso cui si esprimere profonda riconoscenza e gratitudine.
In italia elevati standard di qualità
L’Italia oggi è un’eccellenza per le cure neonatali: è, infatti, uno dei paesi con il più basso tasso di mortalità al mondo per neonati di peso inferiore a 1500 grammi. Gli ultimi dati disponibili evidenziano una mortalità nel nostro Paese inferiore rispetto alle più importanti terapie intensive neonatali a livello mondiale, ma manca ancora omogeneità tra le diverse Regioni. I neonati prematuri necessitano di strutture e attrezzature moderne e di medici e infermieri altamente specializzati per garantire un’assistenza individualizzata e un mix di cure sempre più avanzate.
«È necessario un patto, un’alleanza, tra tutti gli attori coinvolti nel percorso nascita: dalle Istituzioni ai luoghi di cura ospedalieri e del territorio, dalle università alle associazioni di volontariato e alle famiglie» conclude Mosca «I neonati e le loro famiglie devono tornare al centro delle scelte politiche a tutti i livelli, e ancora di più questi piccoli neonati più fragili, che richiedono attenzioni particolari».
Paura, ansia e poca informazione
Secondo un’indagine Doxa, condotta su famiglie di prematuri, un terzo dei genitori arriva al parto pretermine senza aver mai sentito parlare di nascita prematura e anche chi ha questo tipo di informazione arriva impreparato al momento. I ginecologi e le ostetriche, primi interlocutori per tutte le donne in gravidanza, non informano o non approfondiscono adeguatamente il tema. Una situazione che influisce negativamente sul vissuto delle famiglie aumentando l’ansia, lo smarrimento e la paura già legate al momento.
Dopo il parto lo stato emotivo non migliora: i genitori sono generalmente spiazzati dagli avvenimenti, lontani dal loro piccolo che vedono solo attraverso una culla termica spesso a intervalli imposti. Spaventati e intimoriti dalle dinamiche di gestione della salute del bambino, attaccato a tubi, macchinari e monitor che non conoscono, necessitano di un supporto informativo che, ad oggi, non sempre risulta soddisfacente.
La permanenza in Terapia intensiva neonatale del piccolo è un momento particolarmente delicato per i genitori che vivono come in un limbo, tra la consapevolezza della gravità della situazione e la speranza che tutto vada bene. In questa fase gli operatori sanitari assumono un ruolo decisivo: nel 61% dei casi il neonatologo e nel 62% gli infermieri fungono da reale supporto per i genitori. In realtà grande sostegno viene dato anche dagli altri genitori che, nel 56% dei casi, hanno avuto un ruolo significativo per il superamento di questa fase.
Chiara Romeo
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