Memoria in forma – parte 2

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Mantenere in forma la memoria

Dieta equilibrata, movimento, esercizio intellettuale e riposo hanno un ruolo fondamentale per mantenere allenati il cervello e la memoria.

Le regole per una mente attiva

Anche la vitalità della mente, proprio come accade per tutte le altre parti del corpo, dipende in larga misura da uno stile di vita sano, nel quale dieta, movimento, esercizio intellettuale e riposo hanno un ruolo fondamentale.

• Per essere “di ferro”, la memoria richiede un’alimentazione completa ed equilibrata, in grado di fornire al cervello tutte le sostanze (proteine, carboidrati, lipidi, vitamine, sali minerali, enzimi) necessarie agli scambi biochimici. Meglio evitare invece i cibi pesanti, che appannano la mente e le impediscono di lavorare al meglio.

• Anche la “testa” risente degli effetti positivi dovuti all’attività fisica: 30 minuti di camminata ad andatura un po’ sostenuta ogni giorno, per esempio, favoriscono un maggior afflusso di sangue al cervello, che in questo modo fa il pieno di ossigeno e migliora le sue prestazioni. Inoltre, sempre a livello ematico, il movimento provoca l’aumento della concentrazione di una proteina (BDNF, Brain-derived neurotrophic factor) che migliora il benessere delle cellule nervose e ottimizza la capacità mnemonica e di richiamo dei ricordi.

• Il cervello è come un muscolo che per funzionare a dovere ha bisogno di tenersi continuamente allenato. Più lo usiamo e più ogni cellula nervosa stabilisce nuove connessioni con gli altri neuroni (sinapsi), a tutto vantaggio delle nostre facoltà intellettuali. Per prevenire e combattere la pigrizia mentale stimolando la memoria, gli specialisti raccomandano di leggere, scrivere, studiare. Una ‘ginnastica’ utile per aumentare la capacità d’attenzione e concentrazione consiste nel far lavorare il cervello in modo diverso dal solito. Ad esempio, provando, un paio di volte la settimana, a usare la mano sinistra (o la destra, se si è mancini) per compiere azioni comuni come lavarsi i denti, impugnare qualcosa, azionare il telecomando.

• Per funzionare al meglio, l’organismo ha bisogno di un sonno rigenerante. Dormire bene e in modo regolare (7-8 ore per notte in media) è una delle condizioni essenziali per conservare una mente lucida in quanto consente al cervello di eliminare le informazioni inutili e di consolidare quelle importanti. Inoltre, un sonno sufficiente aumenta la produzione di mielina (la guaina di cui sono avvolti i prolungamenti delle cellule nervose) che ha la funzione di velocizzare la trasmissione degli impulsi nervosi, mantenendo sempre al top l’attività cerebrale. Invece, se non si dorme abbastanza, il cervello non si ossigena a dovere e questo disturba la corretta memorizzazione degli avvenimenti.

I principali nemici dei ricordi

• Ansia, competizione, preoccupazioni, ritmi di vita troppo frenetici fanno aumentare la produzione degli ormoni acetilcolina, noradrenalina e dopamina che mandano in tilt le funzioni dell’ippocampo. In più, lo stress azzera l’attenzione, con il risultato che ogni nuova informazione finisce per essere dimenticata e anche quelle ormai consolidate fanno fatica a essere recuperate. Ma anche l’apatia di fronte agli stimoli esterni, rende più difficile la fissazione dei ricordi e quindi il loro recupero. Non solo: la memoria va in cortocircuito anche quando il cervello è sottoposto troppo a lungo a un’intensa attività. Mente e memoria, infatti, esigono pause, sospensioni, per ricominciare a funzionare al meglio.

• L’abuso di alcolici e superalcolici è una delle principali cause di danno ai centri nervosi responsabili della memoria. Sono ammessi non più di 2 bicchieri di vino al giorno, preferibilmente rosso: contiene resveratrolo, un antiossidante che, alle giuste dosi, rigenera i neuroni.

• No al fumo: riduce il calibro dei vasi sanguigni che irrorano il cervello.

• Fare un uso troppo frequente di sonniferi, tranquillanti o antidepressivi può provocare una diminuzione, a volte solo temporanea, della memoria. Un’avvertenza: utilizzate questi farmaci soltanto dietro prescrizione medica e, soprattutto, uno per volta: i “cocktail” di tali sostanze sono estremamente dannosi per il cervello.

Anche il cervello invecchia

Nei primi 20 anni di vita possiamo apprendere con facilità un gran numero di informazioni, mentre con il passare del tempo la nostra memoria diminuisce in maniera lenta ma graduale. Questi cali fisiologici sono legati al naturale invecchiamento dell’ippocampo, il magazzino cerebrale dei ricordi. Già a partire dai trent’anni la nostra capacità di ricordare inizia a deteriorarsi progressivamente, ma ciò non significa che non sia più in grado di incamerare nuovi dati: semplicemente, per fissare le informazioni ha bisogno di un po’ più di tempo rispetto a quando si è giovani.

Un aiuto dalla natura

Alcune piante sono veri elisir per migliorare la memoria e le funzioni mentali. Come il Ginkgo biloba, i cui principi attivi stimolano l’afflusso di sangue al cervello e migliorano, quindi, la prontezza mentale e la concentrazione. Il rimedio è però sconsigliato a chi assume anticoagulanti, perché il suo effetto potrebbe sommarsi a quello dei farmaci, rischiando di provocare piccole emorragie. Un’altra pianta raccomandata dalla medicina orientale è il ginseng, un tonico che agisce sul sistema nervoso e dà una vera sferzata di energia. Questa radice aiuta a resistere allo stress e aumenta la capacità di memorizzare e di apprendere. Meglio non assumerlo, però, se si soffre di pressione alta.

Claudio Buono

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