Maternitá tra desiderio e cambiamento – parte 3
Indice dei contenuti
Maternitá tra desiderio e cambiamento
Maternità: allestire un grembo fisico e psichico capace di accogliere una vita che nasce vuol anche dire trasformarsi
“Quando si diventa madri
Nell’intimo delle madri
è sempre la prima volta…”
di Sophie Marinopoulos
Non c’è tempo per l’attesa.
Oggi sempre di più il messaggio trasmesso dalla società è che “non c’è tempo per l’attesa”.«Vivo nell’attimo irripetibile in cui la cosa che deve nascere non è ancora nata, ma sta per farlo» (P. Mastrocola, E se covano i lupi, Guanda, Parma, 2008) dice invece il lupo filosofo, protagonista della bella favola di Paola Mastrocola, con la quale negli anni ho accompagnato le coppie in procinto di diventare famiglie, nei gruppi di accompagnamento alla nascita che periodicamente conduco.
E così continua: «L’attesa è questo: il labile confine tra ignoto e noto, immaginabile e tangibile. L’attesa è un soffio. Un vento.» E se qualcuno dice che non c’è più tempo per l’attesa, possiamo rispondere che la maternità può, in molti casi, manifestarsi laddove uno spazio e un tempo siano stati aperti: uno spazio e un tempo di amore, di cura, di protezione.
Dare alla luce un bambino è permettere alla nostra creatura di nascere prima nel nostro cuore e poi nella nostra casa. Nell’avviamento di quel processo, meraviglioso e complesso, che si apre con il desiderio di maternità, prendersi uno spazio può essere il principio dell’iniziare a fare spazio al cambiamento che avvolge e coinvolge ogni donna che arriva a scoprirsi “madre”. Che sia una madre biologica, o sia una madre adottiva, sempre di “madre” si parla.
C’è un luogo in cui il tempo non è scandito
Gravidanza consapevole
dal ticchettio dell’orologio,
ma dal battito del cuore.
di Bianca Buchal
La dimensione del viaggio
Nei gruppi di accompagnamento alla nascita, aperti anche ai futuri padri, la dimensione del viaggio è quella maggiormente sperimentata con piacere da uomini e donne. È un viaggio dentro la vita quello che i genitori prendono consapevolezza di aver intrapreso, sia durante le sedute di Scrittura e Cura , che durante i colloqui di psicoterapia. Il metodo di Scrittura e Cura (Scrittura e cura – parte 1 e parte 2) prevede l’ausilio della Scrittura nell’accompagnare il soggetto verso la cura di sé. Si tratta di uno strumento utile a stimolare l’espressività di chi porta una richiesta d’aiuto, nel rispetto di tempi e modalità che si definiscono ad ogni incontro e la cui direzione guarda alla ricerca di nuovi equilibri.
E dare parole all’attesa ci porta ad inserirla nel flusso della nostra autobiografia, quella di donne e di uomini in viaggio verso e dentro la nascita. Nell’occuparmi di genitorialità, anche quando madri e padri iniziano l’avventura dell’entrata nel mondo della scuola dei figli, si avverte quanto la richiesta dei bambini (oggi molto stimolati cognitivamente) sia sempre più ampia sul versante dell’attenzione e dell’ascolto.
Una storia di coppia
L’ascolto della narrazione di una storia di coppia, in tema di maternità e paternità, mi riporta alla difficoltà portata anni fa da un uomo e una donna che dopo i primi anni di matrimonio avevano cercato ripetutamente di diventare genitori. Il ricordo più significativo che torna oggi si lega all’immagine della “maternità come un paradiso a lungo sognato”. La Signora V disse di arrivare da me dopo diversi tentativi falliti di inseminazione artificiale e quando la ritrovai con il marito, qualche anno dopo che il nostro percorso di sostegno si era concluso, le parole dell’uomo riflettevano quel che sovente ho riscontrato in situazioni di desiderio disatteso.
«Sa, dottoressa, ci abbiamo messo un po’ di tempo a capire che l’accoglienza di Giorgio doveva essere la nostra e non solo la mia o quella di V.». Le pratiche di adozione del piccolo Giorgio si erano appena concluse con successo e l’esperienza dell’incontro con un bambino reale è quella che, in molti casi, porta con sé un mutamento importante all’interno dell’economia affettiva della coppia. Come ben scrive Silvia Vegetti Finzi (L’ospite più atteso, Einaudi, Torino, 2017), in quanto esseri umani noi “pro-creiamo”. E così mettiamo al mondo un bambino sempre inedito, in un processo creativo che coinvolge la fantasia e il desiderio ancor prima della nascita.
E una delle belle immagini che la collega ci offre è quella della matrioska russa dove la nuova vita fiorisce dentro un’altra vita e così da creature contenute ci vediamo diventare donne che contengono altre creature. Durante il percorso psicoterapeutico il momento in cui le persone contattano quello “slancio vitale” che ci avvolge e ci spinge verso il futuro è quello a partire dal quale riportano di percepirsi in una posizione più attiva e fiduciosa verso i passi successivi che si prospettano dinanzi a loro. Ed è la vita dentro la vita quella che, di madre in figlio, vediamo sbocciare ogni qualvolta l’attesa, il desiderio e la speranza prendono la forma di una nuova maternità.
Gladys Pace
Psicologa-psicoterapeuta, specialista in Psicologia clinica
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