Mal di scuola – parte 1

Mal di scuola Bambini & Ragazzi

Il “mal di scuola”: uno stato emotivo che si manifesta attraverso un insieme di comportamenti disfunzionali

La scuola, l’apprendere, i compiti, le lezioni: per qualcuno può essere un incubo. Ci sono bambini e adolescenti che si rifiutano di andare a scuola o di fare i compiti, che lamentano spesso di mal di testa e mal di pancia, hanno difficoltà nella relazione con i compagni, partecipano poco e con scarsa attenzione, si sentono tristi e incapaci o arrabbiati, non compresi e perseguitati dagli insegnanti.

Si tratta di “mal di scuola”, uno stato emotivo che si manifesta attraverso un insieme di comportamenti disfunzionali, che non consentono al ragazzo di vivere adeguatamente le attività di classe e di apprendere con successo, utilizzando al massimo le proprie capacità cognitive, affettive e relazionali.

La fatica di essere studente

Si sottovaluta spesso la vastità di richieste che la scuola fa ad uno studente: innanzitutto apprendere. Per tutti l’apprendimento è un percorso complesso, che prevede lo sviluppo di nuove competenze e il delinearsi di nuovi obiettivi e che porta con sé anche qualcosa di doloroso. Infatti, la conoscenza, l’esplorazione, lo studio implicano l’accettazione di cambiare, costringono ad affrontare sentimenti di precarietà e a tollerare di andare incontro al rischio di insuccessi. Apprendere vuol dire anche sperimentare solitudine, frustrazione e in certi momenti anche il senso di inadeguatezza.

Per di più la scuola non è solo apprendimento: è un vero e proprio luogo di formazione dei giovani cittadini del mondo, che ai suoi allievi richiede prestazione, autonomia, capacità di rispettare le regole e di stare in relazione con il gruppo classe, capacità di scelta.

I campanelli di allarme

Quindi, di fronte a tanta complessità può capitare che bambini e adolescenti lascino emergere le loro fragilità con comportamenti e sintomi anche molto diversi tra loro: scarsa partecipazione, disattenzione, comportamenti prevalenti di rifiuto e disturbo, cattivo rapporto con i compagni, difficoltà di apprendimento, difficoltà di attenzione, irrequietezza, abuso di realtà virtuale, crisi al momento della scelta della scuola, autolesionismo, bullismo, somatizzazioni, sonno disturbato, inappetenza.

I sintomi del mal di scuola possono essere segnale di diverse forme di malessere e avere cause legate alla fatica di apprendere, a difficoltà legate ai momenti di crescita, a stati di disagio affettivo-relazionali.
Ci sono, poi, situazioni in cui per i ragazzi gli apprendimenti di base, come leggere, scrivere, contare, non diventano automatici, ma continuano a costare fatica e non dare mai il risultato atteso. Sono i ragazzi che possono presentare un Disturbo Specifico dell’Apprendimento, per cui il percorso scolastico è ancora più a rischio di altri e procede a rilento e con grande fatica.

Gli stati emotivi che accompagnano i bambini e i ragazzi con il mal di scuola possono essere fondamentalmente di tre tipi: ci sono le situazioni in cui prevale isolamento, apatia e rifiuto scolastico; ci sono casi caratterizzati da esplosioni di rabbia frequenti; in altre situazioni i bambini e i ragazzi soffrono di stati di ansia.

Isolamento e apatia

Ci sono bambini e ragazzi che fanno fatica a condividere contesti allargati, che si ritraggono sempre più dai contatti con coetanei, che collezionano molte assenze a scuola per mal di pancia, faticano a uscire di casa, con il rischio di rinchiudersi nelle pareti domestiche.

In casa possono essere mogi e taciturni, ma spesso, se non assecondati, sono scontrosi, rimangono rigidi nelle loro posizioni e fermi nelle pretese.
L’esperienza clinica ci dice che possono esserci diversi quadri clinici sotto lo stesso sintomo: ci sono casi in cui prevale il senso di depressione, la bassa autostima e il timore di non essere all’altezza delle aspettative degli adulti; ci sono situazioni in cui si va strutturando un vero proprio senso di alienazione dal mondo e ritiro in una dimensione non reale di trionfo narcisitico; ci sono ragazzi che, chiusi in camera, continuano il loro compito evolutivo di socializzazione (senza corpo) con l’uso dei social network, rimanendovi imbrigliati.

I genitori sono in ansia per le sorti scolastiche del figlio, si sentono inadeguati, arrabbiati e soli davanti ad una scuola che sottolinea le mancanze senza riuscire a costruire risposte. Sempre più sfiduciati provano a convincere il figlio ad andare a scuola, a frequentare attività extra scolastiche, passando da atteggiamenti di accondiscendenza a esplosioni di rabbia e minacce.

Per poter essere d’aiuto è importante che i genitori non facciano a loro volta quello che sta facendo il figlio: occorre non rifiutare il dialogo con la scuola, non ritirarsi dai contatti sociali, non soccombere al timore di non essere adeguati e neppure isolarsi nel tentativo di creare con il figlio un “microcosmo perfetto”.

Alessandra Crispino
Mauro Martinasso
Ombretta Veneziani
Centro di psicologia Ulisse – Torino
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