Le paure dei bambini la paura da grandi – parte 1
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Le situazioni imprevedibili, nuove o poco familiari, possono suscitare paura sia negli adulti sia nei più piccini
La prima sensazione che associo alla paura è il disagio, che può può toccarci quando ci troviamo di fronte al nuovo in quanto nell’imprevedibile vengono meno le nostre sicurezze. Le situazioni imprevedibili, nuove o poco familiari possono suscitare paura sia negli adulti, che nei più piccini.
“C’è un bambino nascosto e spesso perduto in ognuno
Il bambino perduto e ritrovato
di noi adulti che può riattivarsi improvvisamente,
senza che noi stessi ce ne rendiamo conto…”
di Alba Marcoli
La paura del buio
Pensiamo alla paura del buio. Ci accorgiamo presto che se nei bambini il buio tende a essere una frequente fonte di paura, sappiamo anche che quando la notte arriva e il sonno tarda ad avvolgerci spesso inquietudini e pensieri possono diventare più grandi, anche per noi “grandi”. Quello stato emotivo misto di incertezza e smarrimento che può manifestarsi sia laddove il pericolo si presenta come reale sia in situazioni, come ad esempio la notte, dove questo viene solo immaginato è assimilabile al vissuto della paura.
Restando con il buio che può spaventare il bambino piccolo, un’esperienza significativa che ci riporta a quanto l’impulso alla creatività possa sovente presentarsi correlato alla paura è quella fatta con D e i suoi giovani genitori. G e F hanno portato in studio una domanda d’aiuto che, non senza fatica, sono riusciti a verbalizzare.
Era la paura del buio che, seppur non estranea ai bambini in tenera età, nel caso del loro figlio, D, presentava tonalità intense e di difficile gestione per la coppia, considerando anche l’esistenza di un figlio più grande. Era iniziata circa due anni prima, ma fu solo al termine dei cinque colloqui di assessment (un certo numero di sedute che seguono il primo contatto telefonico nel corso delle quali la persona/famiglia accolta mette a fuoco la sua domanda e, in base a quanto emerge, il terapeuta valuta se e come procedere.) che i genitori furono in grado di individuare il momento preciso dell’esordio.
Mentre quello che emerse in maniera evidente dalla prima seduta familiare fu l’attaccamento fisico manifestato da D nei confronti del papà. «Gioca con me» – gli ha chiesto più volte mentre lui stava dicendo che il fratello più grande non aveva mai avuto di questi problemi. La richiesta successiva fu di essere tenuto in braccio e poi concluse dicendo che essendo sia io che la sua mamma due femmine avremmo potuto capirci meglio se lui e il papà fossero andati al parco mentre noi parlavamo. La giovane età di questo bambino intraprendente oltre al suo essere estremamente acuto furono gli elementi che in poco tempo ci permisero di mettere a fuoco il suo disagio e il suo bisogno.
La preziosa disponibilità dei genitori a mettersi in gioco ha favorito ulteriormente un rapido superamento della difficoltà che in quel periodo aveva trovato per D e i suoi familiari la forma del buio. Dall’iniziale luce del salone di notte sempre accesa si passò a quella smorzata della lampada in cameretta, fino a lettura ultimata della favola della buona notte. Da lì in poi, con il papà accanto, D arrivò a spegnerla personalmente tutte le sere, una decina di minuti prima di addormentarsi.
La paura per la propria salute
Un altro genere di paura è quello che si presenta come una forte preoccupazione per la propria salute, in assenza di diagnosi specifiche e con il manifestarsi di sintomi fisici di varia natura che possono interferire anche pesantemente con il quotidiano.
Gladys Pace
Psicologa-psicoterapeuta, specialista in Psicologia clinica
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