La ricostruzione mammaria – parte I

La coscienza di avere un tumore della mammella o di essere stata operata per una neoplasia del seno rivoluziona spesso la vita di una donna. Grazie ai progressi che la chirurgia plastica ricostruttiva ha recentemente acquisito, un intervento di mastectomia (asportazione della mammella), da sempre così debilitante e deturpante per una donna, può attualmente avere conseguenze fisiche, emozionali e sociali di minore entità. Infatti, l’intervento di ricostruzione mammaria va interpretato come momento integrante dell’iter terapeutico del carcinoma mammario.
Nuove tecniche e dispositivi chirurgici hanno reso possibile la ricostruzione di una mammella che assomiglia per forma, volume e consistenza alla mammella naturale; queste sono le protesi in silicone e i lembi miocutanei.

Obiettivi
La ricostruzione mammaria è basata sulla soluzione di quattro distinti problemi:
• il ripristino dei tessuti cutanei e sottocutanei toracici;
• la creazione del rilievo mammario;
• la ricostruzione del complesso areola-capezzolo;
• la simmetrizzazione della mammella sana.
Dopo aver valutato lo stato di salute generale, il chirurgo plastico spiegherà alla paziente l’opzione ricostruttiva più appropriata per età, stato di salute, conformazione fisica, tessuti e desideri della stessa. È bene sempre discutere con franchezza con il chirurgo quali siano le aspettative nei confronti della ricostruzione.
La ricostruzione postmastectomia può migliorare l’aspetto e rendere nuovo il rapporto con il proprio corpo; bisogna ricordare che il risultato si avvicina molto alla mammella naturale, ma non è la perfezione. Nessun intervento di ricostruzione mammaria può consentire l’ottenimento di una mammella identica a quella sana. La finalità della ricostruzione mammaria è pertanto quella di ottenere una neo-mammella simile alla contro laterale sia per forma, sia per volume.

Sicurezza
È importante ricordare che la ricostruzione non ha effetti negativi sul tumore mammario. Studi più che decennali, eseguiti in tutto il mondo, hanno mostrato in modo concorde che la ricostruzione mammaria, comunque effettuata, non influisce sul decorso della malattia né complica il successivo controllo clinico e radiologico della paziente; anche eventuali terapie, che devono essere praticate in un certo numero di casi, sono compatibili con l’intervento ricostruttivo. I controlli mammografici periodici sono consigliati per entrambe le mammelle. Se la ricostruzione è stata eseguita con un impianto, sarebbe meglio rivolgersi a radiologi abituati a eseguire manovre particolari per indagare la mammella ricostruita con una protesi.

Tempistica
In molti casi è oggi possibile iniziare o, addirittura, completare la ricostruzione immediatamente dopo la mastectomia durante lo stesso intervento chirurgico. La decisione se effettuare una ricostruzione immediata viene presa di comune accordo dal chirurgo che esegue la mastectomia, dal chirurgo plastico e dalla paziente. Se non si opta per una ricostruzione immediata, è opportuno attendere alcuni mesi per consentire una completa guarigione delle ferite e il termine di eventuali terapie complementari. In ogni modo la ricostruzione può essere praticata anche a distanza di molti anni dal primo intervento di mastectomia con risultati finali ugualmente soddisfacenti.

Ezio Nicola Gangemi
Chirurgo Plastico
Gruppo Examina

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