La memoria e i suoi vuoti – parte 2

Salute Mentale - La memoria e i suoi vuoti

La memoria e i suoi vuoti

Vuoti di memoria: affrontare il dolore di non sentirsi più riconosciuti, come figli o compagni di una vita che sembra disperdersi nell’oblio.

Quanto sono importanti i ricordi per essere se stessi?

La memoria può essere definita come la capacità di conservare traccia delle esperienze passate attraverso processi di fissazione, ritenzione, conservazione e richiamo. Il percorso si attiva portando attenzione a uno stimolo, che viene così percepito. Si procede con la sedimentazione di alcune tracce mnestiche per giungere poi alla rievocazione mediante la quale i ricordi, spontaneamente o in modo volontario, tornano alla coscienza. Noi sappiamo però anche che uno stato di ansia o di paura può incidere nella rievocazione di alcune informazioni, come può capitare, per esempio, a uno studente preparato, ma teso, durante un’interrogazione. L’incapacità di evocare un ricordo fissato prende il nome di amnesia e, nel caso citato, il fenomeno è transitorio. In altre situazioni, come dopo un forte trauma, la perdita della memoria può persistere più a lungo per l’attivarsi di un meccanismo di difesa da una situazione vissuta come fortemente minacciosa per l’integrità della persona. Quando arrivano in studio per una consulenza persone interessate a lavorare sulle conseguenze di episodi traumatici non trattati, la memoria olfattiva si rivela sovente una traccia preziosa per ricostruire i passaggi che molte volte sembravano perduti. Tra i disturbi della memoria possiamo dunque distinguere l’amnesia – che abbiamo detto manifestarsi come una perdita di memoria e che può presentarsi in molti tipi di patologie – e altri disturbi, quali le paramnesie. Queste ultime assumono la forma di distorsioni del ricordo. Un altro disturbo della memoria, frequente nei casi di alcolismo cronico o in malattie organiche del cervello, è la Sindrome di Korsakoff. La persona che ne è affetta non riesce a trattenere i ricordi e cerca di colmare le lacune presenti attraverso delle fantasie.

Le speranze sono nutrite anche dalle cose
che abbiamo vissuto e che sono nascoste
nella memoria

Homo Viator
di Gabriel Marcel

La consulenza per coloro che vivono un disagio legato alle difficoltà che la perdita di memoria può attivare è uno spazio di incontro con il tempo vissuto. Ricordo l’iniziale sorpresa, alcuni mesi fa, nel ricevere la chiamata di un paziente che aveva interrotto senza avvisare il percorso di assessment1 e che dieci anni dopo quella visita saltata aveva ripreso il contatto, riportando la richiesta d’aiuto inizialmente cancellata dalla memoria. A volte i tempi di reazione ai bisogni di maggior benessere possono essere più lunghi di quel che immaginiamo, ma «non è mai troppo tardi per ritrovarsi». Furono queste le parole con cui quel paziente ha completato una storia che negli anni sembrava essersi interrotta.
Quando il declino della memoria è legato al naturale processo di invecchiamento possiamo ricorrere ad alcune strategie, per aiutarci a rafforzarla: osservare i particolari, ripetere ad alta voce le informazioni che vogliamo trattenere, stimolare le funzioni del nostro cervello attraverso la lettura o ascoltando la musica, oltre a curare l’alimentazione.

…niente è perso per sempre

Still Alice
film di Glatzer e Westmoreland – Usa 2015

Memoria e oblio sono esperienze influenzate dalle emozioni. E anche quando il disagio nasce a partire da un vissuto di perdita e con le parole arriviamo a dire che “qualcosa sembra sparire dentro di noi” la pienezza dell’incontro che va oltre il dicibile è la testimonianza di come, anche nella malattia, la lingua dei sentimenti riesca comunque a esprimersi, seppur con un vocabolario differente. Ed è l’apprendimento di questa nuova lingua che i familiari di persone con disturbi della memoria portano via da un percorso di sostegno, sia esso individuale o di gruppo e dalle sedute di Scrittura e Cura.
La pratica di Scrittura e Cura2 è uno strumento utile a stimolare l’espressività di chi desidera approfondire la conoscenza di sé; nello specifico, poggia sul disagio che i vuoti di memoria possono aprire e offre la possibilità di fermare e far circolare parole ed emozioni che nel dolore pensiamo essersi perse.

1 – L’assessment consiste di un certo numero di sedute che seguono il primo contatto telefonico, nel corso delle quali la persona accolta mette a fuoco la sua domanda e, in base a quanto emerge, il terapeuta valuta se e come procedere.
2 – Il metodo di Scrittura e Cura presentato nell’articolo “Scrittura e cura parte 1 e parte 2” di questa rivista prevede l’ausilio della scrittura nell’accompagnare il soggetto verso la cura di sé
.

Gladys Pace
Psicologa-psicoterapeuta, specialista in Psicologia clinica

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