La calvizie è anche donna
Un sondaggio inglese che ha coinvolto i medici di famiglia ha rilevato un aumento del 64% dei consulti relativi al diradamento dei capelli negli ultimi 5 anni, e uno studio della Società Inglese di Chirurgia Plastica ha rilevato un aumento dell’82% nei trapianti di capelli ‘in rosa’. Dati americani (American Plastic Surgeon) stimano che una donna su 5 nel corso della vita farà esperienza della perdita dei capelli con un diradamento.
Un dato rilevante commentato dal Professor Pietro Lorenzetti, Incoming President dell’ISHR: “Anche in Italia tra i nostri associati abbiamo riscontrato un aumento nel numero dei consulti per trapianto da parte delle donne, in parte a causa dell’OVERSTYLING ossia l’eccesso di trattamenti estetici molto diffusi negli ultimi anni. Se prima i maggiori fattori di stress erano decolorazione e permanente che interessavano solo il fusto, negli ultimi anni si sono diffuse le ‘extension’ ossia l’applicazione di ciocche con speciali colle che possono provocare una alopecia dovuta alla trazione, sia per il peso delle ciocche che per la durata prolungata del trattamento, spesso infatti vengono tolte e sostituite nella stessa seduta e utilizzate per diversi anni. Anche le colle usate per applicarle sono più o meno aggressive e talora sono applicate nella zona vicina all’attaccatura e indebolire i follicoli sino ad atrofizzarli. Colle inadeguate poi, possono impedire che i follicoli siano nutriti adeguatamente e determinarne la sofferenza”.
La seconda causa è sempre legata allo styling dei capelli e riguarda l’uso di strumenti per la piega come le piastre e gli arricciacapelli. Questi strumenti emanano calore, spesso temperature molto elevate e vengono usate quotidianamente. Per avere un buon risultato si tende a far partire la piastra dall’attaccatura e la temperatura diventa un insulto cronico che può danneggiare irreparabilmente il follicolo. Il consiglio è quello di utilizzare questi strumenti con moderazione e non tutti i giorni.
Nonostante le cause di alopecia femminile siano tante e varie, questi due fattori legati all’over-styling hanno amplificato un problema che non di rado necessita di una soluzione chirurgica anche in donne relativamente giovani.
L’età media delle donne che si sottopone al trapianto per il diradamento o vera e propria calvizie infatti è di 39 anni. Le cause tradizionali coinvolgono disfunzioni della tiroide, diete severe, ustioni, ma anche patologie sistemiche come l’ovaio policistico e l’anemia da carenza di ferro. In alcuni casi la perdita dei capelli è ascrivibile a terapie mediche e farmacologiche.
Il tipo di perdita di capelli che interessa il sesso femminile è molto diverso da quello maschile: le donne non presentano l’arretramento della linea frontale bensì il diradamento nella zona immediatamente posteriore. Quasi mai, a parte nell’alopecia da stress, compaiono chiazze completamente calve e quindi l’approccio è quello di rinfoltire e ricreare pienezza. Ma il sesso femminile presenta una problematica del tutto peculiare ossia la sensibilità all’azione lesiva del testosterone anche nelle zone posteriori della testa, tradizionalmente deputate al prelievo proprio perché nel maschio sono immuni. “Queste pazienti vengono quindi chiamate ‘donatori instabili’ e tale condizione rende sconsigliato l’intervento” racconta il Prof. Franco Buttafarro, Vice Presidente della Società Italiana di Chirurgia della Calvizie: “La perdita di capelli nelle donne è ancora un vero e proprio tabù, e quelle che soffrono di questo problema trascorrono dai 5 ai 10 anni alla ricerca di una soluzione, provando farmaci e lozioni sino a ricorrere a parrucche per nascondere l’inestetismo. La selezione dei pazienti è fondamentale. La comunità internazionale è d’accordo che possano beneficiare del trapianto le donne la cui perdita di follicoli non abbia un’origine ormonale, quelle che hanno zone calve a seguito di procedure chirurgiche o cosmetiche (come le cicatrici del lifting), soggetti che presentino solo un diradamento della sommità del capo e alopecie di tipo traumatico, da trazione o da ustione”.
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