In caso di disfagia – parte 2

Salute & Benessere disfagia

La disfagia

Alcuni dei campanelli d’allarme che devono far pensare alla disfagia, cioè l’impossibilità o il rallentamento nella deglutizione autonoma sono: voce gorgogliante, tosse soprattutto in coincidenza con la deglutizione, residui alimentari in bocca e possibile fuoriuscita di cibo dal naso. La deglutizione è la capacità di convogliare sostanze solide, liquide, gassose o miste dall’esterno allo stomaco.

Qual è l’alimentazione giusta?

La dieta è molto importante per tutti: deve essere equilibrata, il più possibile variata e sana nonché completa. L’obiettivo per tutti è quello di alimentarsi in modo quanto più “normale” possibile e per farlo è necessario seguire le indicazioni degli specialisti, che spiegheranno come seguire questo percorso, detto di “svezzamento”. Durante questa fase verrà creata una dieta che preveda una progressione di cibi basata sulla capacità di masticazione e di deglutizione del paziente.

Cruciali la densità degli alimenti e delle bevande. Occorre creare un vero e proprio percorso graduale di “svezzamento”, che preveda una progressione di cibi basata sulla capacità di masticazione e di deglutizione del singolo, attraverso il consumo di alimenti e bevande a densità modificata, somministrati secondo quattro livelli progressivi:

• dieta purea;
• dieta tritata;
• dieta morbida;
• dieta normale modificata.

La supplementazione con integratori dietetici è indicata nei casi in cui l’assunzione alimentare sia inadeguata.

I sintomi che devono preoccupare

• Tosse, soprattutto in coincidenza con la deglutizione
• Risveglio notturno per eccessi di tosse e soffocamento
• Voce gorgogliante
• Residui alimentari in bocca
• Possibile fuoriuscita di cibo dal naso
• Febbre, brividi
• Malessere generale, mialgie
• Dispnea
• Dolore toracico pleuritico
• Espettorato purulento
• Nausea, vomito, anoressia, perdita di peso
• Nell’anziano si assiste ad una compromissione dello stato generale, che coinvolge anche la capacità di nutrirsi, l’idratazione, la continenza sfinterica, il tono dell’umore e le funzioni cognitive

I consigli del farmacista

• I cibi di consistenza modificata possono rappresentare alleati preziosi, arricchiti di nutrienti specifici, qualora necessario, in base alle esigenze del paziente. È importante però che poi a casa siano presentati con cura e resi appetitosi. I pazienti dovrebbero inoltre avere possibilità di scelta tra diverse portate.

• La disfagia e le caratteristiche del paziente che in genere viene colpito fanno sì che queste persone abbiano problemi a livello di igiene orale. Questa invece va curata con attenzione, anche con prodotti specifici. Il farmacista saprà suggerire quelli migliori, indicati nelle varie situazioni.

• In alcuni quadri di disfagia si dovrebbero utilizzare procedure compensative (posture di compenso, tecniche deglutitorie) per ridurre sensibilmente il rischio di aspirazione.

• La somministrazione dei farmaci deve essere garantita ai pazienti che non possono assumere nulla per bocca o che assumono una dieta modificata, il farmacista potrà essere di supporto, insieme al medico, in questo senso.

In farmacia i prodotti che possono aiutare

In farmacia si trova un’ampia gamma di prodotti di alta qualità, adatti alle diverse esigenze del paziente disfagico, pensati per favorire e facilitare l’assunzione di pietanze e bevande in sicurezza e per soddisfare i suoi fabbisogni nutrizionali. Creme, budini, purea disidratati, possono contribuire a completare un pasto, se non a sostituirlo. Addensanti istantanei, per sostanze calde e fredde, sono in grado di dare agli alimenti la consistenza più sicura per la fruizione del paziente disfasico senza alterarne il gusto e il colore. Per l’idratazione, infine, sono disponibili prodotti quali acqua gel.

Le recenti “linee guida sugli alimenti a fini medici speciali (AFMS)”, pubblicate dal Ministero della Salute, hanno evidenziato l’importanza dei «prodotti proposti per favorire l’alimentazione di pazienti con problemi meccanici o funzionali di deglutizione (esempio pazienti neurologici); fra i prodotti rientranti in tale categoria vi sono modificatori di consistenza, quali polveri addensanti e gelificanti… ». Si tratta di prodotto alimentari espressamente elaborato o formulato, da utilizzare «sotto controllo medico», acquistabili in farmacia. Per il loro uso il farmacista può rappresentare un alleato prezioso.

Paola Gregori

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