Il tumore alla mammella

Il carcinoma mammario è il tumore femminile più frequente nei paesi industrializzati. Si calcola che una donna su nove sarà colpita dal tumore nel corso della vita. La maggioranza dei tumori viene diagnosticata tra i 50 e 60 anni (circa il 30%), ma un caso su quattro si manifesta tra i 40 e 50 anni (circa 25%). Le possibilità di sopravvivenza dei soggetti colpiti dal carcinoma della mammella sono in gran parte legate alla diagnosi precoce. Il razionale di questa affermazione è basato sulle conoscenze a disposizione sulla evoluzione naturale della malattia: oggi sappiamo che il cancro nasce come patologia locale, limitata alla mammella, ma con il tempo può diventare sistemica, diffusa a tutto l’organismo. Se la malattia viene scoperta in una fase iniziale, quando le dimensioni del tumore sono ridotte, le probabilità di guarigione sono molto alte: in caso di una piccola lesione, inferiore ad un centimetro di diametro, la sopravvivenza a 15 anni è superiore al 90%. Se invece il tumore viene diagnosticato quando ha già raggiunto notevoli dimensioni, le possibilità di sopravvivenza a distanza si riducono considerevolmente.
Fattori genetici
I familiari di primo grado di una donna affetta da carcinoma della mammella presentano un rischio di sviluppare questa neoplasia quasi doppio rispetto alla popolazione senza familiarità. È però importante sottolineare il fatto che il carcinoma della mammella sporadico è così frequente, che la maggior parte delle donne con un parente affetto, non appartiene a famiglie ad alto rischio.
La situazione cambia se i familiari ad essere colpiti dal tumore sono due o più di due, soprattutto in giovane età e/o con tumori bilaterali. Nella maggior parte di queste famiglie esiste una mutazione genetica nei geni brca-1 (breast carcinoma 1) o brca-2 (breast carcinoma 2), che è alla base della maggior parte dei carcinomi mammari ereditari a trasmissione dominante. Il gene brca 1 è anche un fattore predisponente per il carcinoma dell’ovaio.
Prevenzione
Sempre maggiore importanza viene data oggi anche al raggiungimento e mantenimento di uno stile di vita sano, in grado di ridurre l’incidenza di nuovi tumori ed anche il numero di recidive in donne già colpite dalla malattia. Il consiglio è di seguire un tipo di alimentazione ricco di cereali (il più possibile integrali), frutta, verdura e povero di cibi grassi e proteici. Nella gravidanza e nell’infanzia dei nostri figli una dieta corretta può avere un particolare significato preventivo. Nelle donne che hanno subito un intervento al seno e che quindi hanno un rischio più elevato rispetto alla popolazione generale, la giusta alimentazione e il costante esercizio fisico (che servono anche ad evitare l’obesità, altro fattore di rischio) sicuramente hanno un ruolo nel ridurre la probabilità di recidive della malattia.
La prevenzione più importante per questo tipo di tumore sembra attualmente quella secondaria, che si basa sull’effettuazione periodica dei controlli suggeriti dalle linee guida, il più importante dei quali è rappresentato dalla mammografia, esame in grado di diagnosticare carcinomi ancora in fase preclinica. Una diagnosi precoce permette il trattamento della malattia in uno stadio con una migliore prognosi e l’applicazione di terapie chirurgiche e mediche meno aggressive e meno invalidanti.
La diagnosi precoce comporta anche grandi vantaggi dal punto di vista terapeutico. Infatti, in caso di tumore iniziale, i trattamenti necessari sono spesso più semplici e comportano, nella maggior parte dei casi, un intervento chirurgico di tipo conservativo, cioè con asportazione solo del nodulo o comunque di una piccola parte della mammella, con indubbi vantaggi clinici, estetici e psicologici. In caso di tumore avanzato, invece, sono quasi sempre necessarie terapie aggressive, con interventi chirurgici ampiamente demolitivi e successivi trattamenti di radioterapia e chemioterapia. Anche per la collettività i vantaggi della diagnosi precoce sono considerevoli: il trattamento delle forme avanzate di tumore comporta, infatti, costi economici e sociali elevatissimi, con enormi difficoltà dell’organizzazione e gestione delle risorse. Il corretto iter diagnostico in senologia si avvale principalmente di visita senologica, ecotomografa e mammografa. L’indicazione alla esecuzione delle indagini dipende dalla età della paziente e dalla presenza o meno di eventuali sintomi. Generalmente dopo i 40 anni è consigliabile eseguire la mammografa con cadenza annuale, accompagnata sempre dalla visita senologica e se necessario dalla ecotomografa.
Autopalpazione
Con un attento esame del proprio seno, una donna può imparare a conoscerne la sua normale struttura ed a capire quando si verifica qualche cambiamento. E’ importante che l’autopalpazione sia eseguita correttamente, una volta al mese e sempre nello stesso periodo.
Le donne in età fertile possono eseguirla alcuni giorni dopo il termine del ciclo mestruale, quando la mammella è meno tesa e dolente. Le donne in menopausa possono eseguirla il primo giorno di ogni mese.
Visita senologica
È l’esame di base in diagnostica senologica e deve essere l’occasione per affrontare con la donna il problema del tumore della mammella. Fa parte integrante degli accertamenti diagnostici strumentali, fornendo guida alla esecuzione e aiuto alla interpretazione. Rimane tuttora l’indagine fondamentale ed insostituibile in presenza di un sintomo. Nelle utenti sintomatiche l’esame clinico deve sempre precedere l’espletamento delle metodiche strumentali e deve contribuire con “pari opportunità” alla sintesi interpretativa.
Per questo motivo è indispensabile che l’esame clinico sia espletato dal medico radiologo che si accinge a praticare l’indagine strumentale anche se la donna è stata già visitata da altri specialisti. È necessario tenere presente che se pur il contributo diagnostico dell’esame clinico è modesto, il suo contributo in termini di informazione corretta della donna, di coinvolgimento attivo e di rinnovato rapporto medicopaziente è da ritenersi insostituibile.
Visita senologica è dunque insieme informazione, raccolta anamnestica, esame obiettivo, confronto con esami precedenti, spiegazione dei referti e dei limiti degli esami, indicazioni al comportamento clinico da seguire, programmazione dei controlli periodici.

Eugenio Zanon
Medico senologo
Torino
© NOTIZIE PER TE – Farmauniti