I medicinali omeopatici – parte 1

Medicina Alternativa medicinali omeopatici

Medicinali omeopatici

Da duecento anni nella Materia medica vengono raccolti i risultati degli studi sugli effetti dei medicinali omeopatici

Effetti collaterali: la salute migliora

I farmaci che noi comunemente utilizziamo, per problemi sia acuti sia cronici, sono caratterizzati da un profilo di sicurezza ed efficacia già verificati prima dell’immissione in commercio, e la loro osservazione continua anche nel corso del tempo, durante l’utilizzo prolungato negli anni da parte di numerosi pazienti. Alcuni effetti collaterali sono noti e spesso correlati all’effetto terapeutico del farmaco, e sono riportati nel foglietto illustrativo allegato in ogni confezione; anche il medico e il farmacista ce li ricordano durante la prescrizione e la dispensazione.

Per esempio, i farmaci antinfiammatori assunti per un mal di denti o un mal di schiena possono essere lesivi per la mucosa del nostro stomaco, e dare anche difficoltà digestive, nausea e persino vomito, i farmaci per l’asma possono dare tachicardia e tremore, alcuni antistaminici possono dare sonnolenza, ma, mentre questi effetti collaterali sono subito evidenti, altri effetti si possono manifestare con l’impiego prolungato nel tempo, come la tossicità renale o epatica da uso prolungato di antidolorifici e antinfiammatori, o l’osteoporosi indotta da glucocorticoidi, o il malassorbimento di vitamina B12 e magnesio con gli inibitori di pompa protonica.

Esiste inoltre il Servizio di farmacoviglianza, un organo pubblico che raccoglie e organizza le segnalazioni di reazioni avverse ai farmaci, le interazioni di farmaci gli uni con gli altri, a cui forniscono dati i medici, gli infermieri, i farmacisti, ma anche i privati cittadini, in modo che le autorità indaghino sui possibili rischi correlati ad alcune cure. Ricordiamo la storia della dottoressa Iréne Franchon (vedi box), che avendo scoperto la pericolosità di un farmaco utilizzato per il diabete e l’obesità, riuscì, dopo una lunga battaglia, a farlo ritirare dal commercio.

Oggi i testi universitari di farmacologia riportano il caso di questo farmaco nel capitolo sugli effetti avversi, e ricordano la necessità di stabilire con certezza la sicurezza di una terapia, e ogni medico, ogni farmacista, ogni farmacologo ha questa storia sotto gli occhi proprio alla fine degli studi, quando si sta per affacciare al mondo del lavoro, poco prima del giuramento di Ippocrate: «Giuro di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela fisica e psichica dell’uomo e il sollievo dalla sofferenza, cui ispirerò con responsabile e costante impegno scientifico culturale e sociale ogni mio atto professionale».

Senza effetti terapeutici approvati

C’è una categoria di farmaci che non ha il foglietto illustrativo e riporta sulla confezione la dicitura “senza effetti terapeutici approvati”. Sono i farmaci omeopatici, sperimentati da più di due secoli abbondanti, la cui metodologia di preparazione è riportata in farmacopea, e che sono soggetti a registrazione al ministero della Sanità e che hanno dato un meraviglioso contributo alla salute di milioni di persone. La loro efficacia terapeutica è correlata alla corrispondenza tra i sintomi del malato e quelli che il farmaco genera nell’uomo sano. Lo studio dei sintomi dati nell’uomo sano dal rimedio omeopatico è detto “sperimentazione”, e i dati sono raccolti nella Materia medica.

Storicamente, i primi farmaci a essere sperimentati da Samuel Hahnemann, medico tedesco fondatore dell’omeopatia, sono stati alcuni sali minerali, alcuni fitoterapici, e sostanze anche tossiche come l’arsenico: il prezioso rimedio omeopatico Arsenicum album. La sperimentazione era eseguita con dosi sempre più diluite di sostanza perché gli sperimentatori non accusassero effetti tossici, e si scoprì così l’efficacia interessante di dosi infinitesimali.

Anna Maria Coppo
Farmacia San Giuseppe, Settimo Torinese

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