Gli sdraiati

“Gli sdraiati” è il titolo di un affascinante romanzo contemporaneo che grazie alla parole di Michele Serra ci parla dei nuovi adolescenti, dei ragazzi di oggi. Sarebbero loro per il noto giornalista gli sdraiati, coloro che non più bambini e non ancora adulti guardano il mondo da una posizione orizzontale: quella del divano, dello zapping televisivo, della noia, dei bronci, dell’indifferenza. Il romanzo dipinge una dimensione altra, la dimensione degli adolescenti i cui pensieri sfuggono al genitore che, preoccupato dell’ignoto che gli si presenta, si arrovella alla ricerca di una comprensione.
Comprensione assolutamente impossibile: l’adolescente non vuole farsi capire. Eppure i genitori non vi rinunciano e oggi più che mai sono i primi psicologi dei figli. Li ascoltano, li comprendono o pensano di farlo e vogliono capire il senso di un legame che muta, di fronte a cui non hanno più un posto. Entrambi perdono il posto rassicurante dell’infanzia: il genitore che non può più occuparsi del figlio come prima e il figlio stesso a cui non va bene niente perché è in fondo con l’impossibile della vita che inizia a misurarsi. È la sua vita quella che ha di fronte e in quel passaggio, in quel tunnel che è la sua adolescenza non sa come entrarci e neppure come ne uscirà. I genitori oggi rispondono a questo impossibile domandandosi perpetuamente come fare i genitori, cercano corsi che possano insegnare loro il mestiere, certi che gli esperti sappiano cosa fare con il loro figlio. La questione amara è però che anche gli esperti non ne sanno un bel niente, almeno non a priori, sanno però, ed è una necessità etica che lo sappiano, che è proprio il non sapere prima ciò che può divenire insegnante.
Tutti noi interpretiamo la realtà che ci circonda e siamo convinti di sapere già qual è il problema, è solo quando accogliamo però le nostre mancanze e le nostre difficoltà che scopriamo che dei nostri figli sappiamo meno di ciò che immaginavamo. Non è la via del sapere e dell’accumulo delle tecniche che ci rende genitori migliori, al contrario può esserlo una riflessione autentica su quale posizione sia opportuno e possibile assumere ciascuna volta con ogni adolescente. Non voglio parlare dell’adolescenza, ma delle adolescenze perché dietro ciascuna vi è una storia soggettiva che è la leva possibile per accompagnare e sostenere la ricerca di una via di uscita dal tunnel. Essere genitori è essere disposti a imparare ogni volta come fare e a non temere di prendere posizione, di essere scomodi per l’altro, di decidere anche talvolta al di là della comprensione e delle motivazioni dei figli. Senza l’autorità genitoriale quell’attraversamento inevitabile che accomuna le adolescenze diviene privo di limite, di bordo, di parole, di divieti, di accordi: di desiderio.
Intervenire nel porre un limite vuol dire essere inventivi, è costruire giorno dopo giorno la testimonianza di un desiderio per la vita, che apra alla vita. Si può aprire il desiderio dicendo un no, il desiderio non è ciò che chiede un figlio, non è l’oggetto, è ben altro. Il desiderio e la sua legge, di cui insegna la psicoanalisi lacaniana, è il limite a cui l’adulto si sottomette e al contempo ciò che lo muove e occupa interiormente. Il desiderio di far legame con il proprio figlio adolescente può passare per una passeggiata, per una discussione, per un compromesso, ma è sempre un punto che nell’incontro non lascia indifferenti e che sostiene i ragazzi di fronte all’ignoto della vita. Se un genitore rinuncia all’autorità deve sapere che sarà il mercato, il consumismo della nostra società a divenire imperativo e ideale dei nostri figli. A ciascun genitore resta il coraggio di fare un po’ di opposizione alle generalizzazioni, ai godimenti facili e imperanti, ai diritti che tutti rivendicano contro un sociale disordinato e vacuo.
Al di là dei diritti, che gli adolescenti reclamano fin troppo bene, il genitore può trasmettere al figlio il suo modo di avere a che fare con il dovere, il sapere, il desiderio affinché liberamente, ma non senza l’adulto, l’adolescente costruisca la propria strada desiderante.

Alessandra Fontana
Psicoterapeuta
Centro Psicoanalitico di Trattamento dei malesseri contemporanei Onlus
www.cepsi.it
Istituto Psicoanalitico di Orientamento lacaniano
www.istitutoipo.it

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