Farmaci automedicazione

Farmaci curarsi automedicazione

Curarsi da soli? Sì, con attenzione

I farmaci di libera vendita, se usati correttamente, possono avere un ruolo importante nell’accrescere l’autonomia del consumatore

Senza il medico

Un mal di testa, una nevralgia, un mal di schiena che assale all’improvviso. Sono quelli che comunemente chiamiamo disturbi lievi, il più delle volte passeggeri, che sappiamo non essere collegati a patologie serie e che quasi sempre possiamo superare efficacemente da soli grazie ai farmaci di automedicazione, per il cui uso non è necessario l’intervento del medico. Meglio chiarire subito, però, che il farmaco di automedicazione non è un prodotto che possiamo assumere alla leggera perché “meno forte” o addirittura innocuo.

Come potrebbe confermare qualsiasi operatore di farmacia, l’uso sconsiderato di un Otc, spesso imputabile a un aumento delle somministrazioni giornaliere o a un loro prolungamento oltre i limiti consentiti, non di rado finisce per creare problemi ancora più gravi. Molta attenzione va posta anche alle interazioni.

Numerose sostanze medicinali, comprese quelle utilizzate per l’automedicazione, possono infatti causare seri inconvenienti se assunte in contemporanea ad altri farmaci. In più, per i prodotti di libera vendita è importante valutare anche le controindicazioni, specie se rivolte a particolari categorie (bambini, donne in gravidanza o che allattano) o patologie.

Se ne deduce, quindi, quanto sia importante attenersi scrupolosamente alle indicazioni riportate sul foglietto illustrativo, a maggior ragione quando si parla di automedicazione. E se si hanno dubbi di qualsiasi genere su un determinato tipo di rimedio, è sempre meglio evitare di fidarsi del passaparola, ma solo del consiglio di chi il farmaco lo prescrive o lo dispensa.

Non è per pignoleria o per il gusto di far perdere tempo al cliente che il farmacista, interpellato per un parere circa un determinato prodotto senza ricetta che si vuole acquistare, prima si informi sullo stato di salute del paziente, su eventuali medicinali assunti, sulla durata del disturbo in questione e via dicendo.
Sono tutte domande utili per valutare se il rimedio richiesto è quello più appropriato, nonché il più sicuro.

In farmacia

Anche questo ci fa capire come la farmacia costituisca un punto di riferimento essenziale per il cittadino nella scelta del medicinale da automedicazione che fa al caso suo. Interessante, a tale proposito, quanto emerso dall’ultima indagine di Assosalute (l’Associazione nazionale farmaci di automedicazione aderente a Federchimica), secondo cui proprio la farmacia continua a essere il luogo privilegiato per l’acquisto dei medicinali senza obbligo di ricetta, con un 91,2 per cento di vendite a volumi e un 92,5 per cento di quelle a valori.

Esposti sul bancone o sugli scaffali troviamo i prodotti da banco o Otc (Over the counter), che rappresentano una delle due categorie in cui rientrano i farmaci di automedicazione, unitamente ai cosiddetti Sop (Senza obbligo di prescrizione) che, diversamente dai primi, non possono essere esposti ma che il farmacista può comunque consigliare ai propri clienti.

Tutti sono facilmente riconoscibili grazie al bollino rosso che li contrassegna e che riporta la scritta “Farmaco senza obbligo di ricetta”. Riguardo alle classi terapeutiche, tra le diverse tipologie di farmaci quelli per la cura delle malattie da raffreddamento, gli analgesici e i farmaci contro i disturbi dell’apparato gastrointestinale costituiscono le principali categorie del mercato e si confermano i più venduti, cumulando oltre il 75 per cento dei consumi e quasi il 69 per cento della spesa.

Ma quanto è grande oggi il mercato di Otc e Sop in Italia? Sempre secondo l’ultimo bilancio tracciato da Assosalute, che ha analizzato i dati di Ims Health, parliamo di un giro d’affari di poco superiore a 2,4 miliardi di euro, con poco meno di 292 milioni di confezioni vendute.

I farmaci di automedicazione

Com’è facile intuire, il mercato tende a beneficiare delle sindromi influenzali e da raffreddamento, che di norma fanno registrare picchi stagionali a fine autunno e inizio inverno. Quest’anno poi, forme virali particolarmente aggressive, a dicembre hanno fatto registrare una performance eccezionalmente positiva di vendite nell’automedicazione (+9,3 per cento).

C’è da dire, però, che anche in questo settore si fanno sentire ancora i pesanti effetti della recente crisi economica, per cui nel 2016 si è avuta una contrazione dei consumi che, come conferma Assosalute, sono scesi del 3,9 per cento rispetto al 2015, mentre il giro d’affari ha perso l’1,9 per cento. Nello specifico, si sono vendute meno confezioni di Otc (-4,4 per cento) mentre un po’ meglio è andata ai Sop che, grazie a una buona performance dei farmaci contro le affezioni dell’apparato respiratorio, ha subito una diminuzione più contenuta (-2,5 per cento di confezioni vendute).

I farmaci di automedicazione costituiscono anche un’importante leva di risparmio per la sanità pubblica, più in generale, per l’economia del nostro paese, anche se esistono ampi spazi di miglioramento nel loro utilizzo. Come evidenziato da Agnès Regnault, presidente di Assosalute, «una strategia di sviluppo di questo comparto può anche supportare la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale, e allo stesso tempo garantisce ai cittadini, strumenti terapeutici sicuri ed efficaci per trattare i piccoli disturbi di salute».

Consigli pratici

  • Usare autonomamente solo i farmaci con il bollino rosso sulla confezione.
  • Prima di assumerli, leggere attentamente il foglio illustrativo.
  • Conservarli in un luogo riparato da luci e fonti di calore.
  • Controllare sempre la data di scadenza.
  • Non usare più farmaci insieme.
  • Non prolungare il trattamento oltre quanto previsto dal foglietto illustrativo.
  • Prima di acquistare un farmaco di automedicazione chiedere sempre consiglio al medico o al farmacista.
  • Consultare il medico se a usare i farmaci sono donne in gravidanza o che allattano, bambini o anziani.

Claudio Buono

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