Emicrania – parte 1

emicrania medicina

Emicrania: non solo questione di stress

Mal di testa: una tortura evitabile, ma non con il fai da te

I sintomi

Dolore al capo, sordo, pulsante, breve o duraturo, a volte accompagnato da nausea o vomito, fotofobia e fonofobia: gran parte delle persone hanno provato almeno una volta nella vita questi sintomi. E, diversamente da quanto frequentemente ribadito dalla cultura popolare non si tratta di una scusa per tener lontano il partner o per non lavorare, il mal di testa è invece un problema disabilitante, molto più frequente di quanto si pensi, e predilige il gentil sesso.

Soffrono di cefalea, cioè di ogni tipo di dolore alla testa, il 46 per cento degli adulti, mentre l’11 per cento viene colpito da emicrania, la più importante delle forme di algia al capo, caratterizzata da una durata tra le 4 e le 72 ore, e almeno due delle seguenti quattro caratteristiche: il dolore deve avere localizzazione unilaterale, deve essere di tipo pulsante, di intensità media o forte e aggravato da attività fisiche di routine come camminare o salire le scale. Sono cinque milioni gli italiani che ne soffrono. Le donne sono le più colpite: il 18 per cento rispetto al 9 per cento degli uomini. Una persona su 4 ha il primo attacco in età prescolare.

L’impatto sulla qualità della vita

L’impatto sulla qualità della vita è rilevante: secondo uno studio multinazionale condotto su giovani donne con emicrania, il 71 per cento non riesce a svolgere attività lavorativa o scolastica. Con costi diretti per il Sistema sanitario nazionale di più di 2,5 milioni di euro, e indiretti di circa 20 miliardi l’anno. Ancora più invalidante è l’emicrania cronica, caratterizzata da un dolore che si protrae per più di 15 giorni al mese, che colpisce 800.000 italiani, circa l’1-2 per cento della popolazione.

«L’emicrania cronica è in genere l’evoluzione negli anni di una forma episodica che lentamente aumenta di frequenza», osserva Francesco Pierelli, ordinario di Neurologia dell’Università Sapienza di Roma, «con un impatto sulla qualità della vita molto pesante perché il paziente ha difficoltà lavorative e familiari collegate alla presenza di questi mal di testa, inoltre fa spesso un uso eccessivo di farmaci analgesici con tutti gli effetti collaterali che possono comportare».

Cause scatenanti

L’emicrania è un’attitudine del cervello ad “arrabbiarsi” anche per eventi di bassa rilevanza. Molte sono le cause scatenanti ma al primo posto a far suonare l’allarme nell’80 per cento dei casi è lo stress, al secondo posto le variazioni ormonali, al terzo il digiuno e al quarto la riduzione delle ore di sonno. Il soggetto emicranico ha mal di testa non appena lo stress finisce colpendo “a tradimento”, per esempio il primo giorno di vacanza, o il sabato mattina (mentre la cefalea tensiva compare, come un peso alla testa, all’apice dello stress).

Anche i fattori climatici sono potenti scatenanti dell’emicrania, così come di tante patologie neurologiche a causa di un cambiamento di umidità e di cariche elettrostatiche, che paiono influenzare la trasmissione nervosa nel cervello. Chi soffre di emicrania sa per esempio che il vento di scirocco è uno dei suoi peggiori nemici.

Emicrania in rosa

La variazione dei livelli di ormoni, che ha luogo nelle donne a partire dalla pubertà, può essere all’origine degli attacchi di mal di testa. A partire dai 10-12 anni infatti l’emicrania diventa più frequente nel genere femminile, con un rapporto di 3 a 1 rispetto a quello maschile. Ancora non si conosce il ruolo degli estrogeni in tutto questo, ma è molto probabile che svolgano una funzione chiave, visto che quando si riducono aumenta la possibilità di un attacco doloroso.

Circa il 60 per cento delle donne che soffre di emicrania lamenta un aumento del disturbo durante il periodo mestruale. In questi giorni spesso il dolore è più intenso, violento e duraturo, arrivando perfino a superare le 72 ore fissate come limite massimo per gli attacchi. I farmaci inoltre paiono meno efficaci. Le oscillazioni periodiche collegate alle mestruazioni scatenano infatti i classici sintomi dell’emicrania senza aura, cioè dolore intenso e improvviso, di solito pulsante, associato a nausea, vomito, fotofobia e fastidio verso il rumore.

L’emicrania mestruale pura compare durante il ciclo, cioè dai tre giorni che lo precedono ai tre (talvolta sette) che lo seguono. L’emicrania mestruale correlata invece si manifesta con attacchi che ricorrono per lo più in concomitanza con il flusso, ma non esclusivamente.

Gli attacchi compaiono più facilmente anche durante il periodo di sospensione della pillola anticoncezionale, cioè quando si riducono gli estrogeni nel sangue. A proposito di questo va sottolineato che tale farmaco, nelle donne predisposte, può peggiorare o scatenare il mal di testa; tuttavia il problema è stato molto ridotto con l’introduzione delle pillole di ultima generazione, a basso dosaggio ormonale.

Per contrastare il dolore esistono numerosi rimedi, ma il consiglio da non scordare mai è quello di evitare il “fai da te”. Il medico di famiglia e il farmacista saranno in grado di indicare, a seconda delle esigenze, il farmaco più adatto. Tra le tipologie a disposizione: i vasocostrittori per esempio un triptano), gli antidolorifici e gli antinfiammatori. Tali medicinali possono essere usati al bisogno o in via preventiva per coprire il periodo a rischio. Utile, in questi tipi di mal di testa, anche l’integrazione di magnesio.

La gravidanza e la menopausa, al contrario, offrendo periodi di tregua dalle fluttuazioni ormonali, permettono una riduzione o addirittura la scomparsa degli attacchi di mal di testa. Questo vale nel 70 per cento delle donne incinta. Attenzione invece alla terapia ormonale sostitutiva: ha molti vantaggi, come quello di prevenire il rischio cardiovascolare o l’osteoporosi, ma può incrementare il mal di testa. Lo specialista sarà in grado di dare delucidazioni in proposito.

Paola Gregori

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