Dolce attesa … ma non troppo! – Parte II

Quando viene diagnosticato il diabete gestazionale è consigliabile che la donna acceda ad un centro specialistico che seguirà in maniera coordinata l’andamento della gravidanza e del diabete con l’obiettivo per la donna di arrivare al fisiologico termine della gravidanza e rendere possibile il parto per via naturale quando non esistano controindicazioni (come ad esempio un bimbo in posizione podalica). Le glicemie in gravidanza devono essere mantenute a livelli più bassi di quelli considerati ottimali al di fuori della gravidanza per i pazienti con diabete:

  • meno di 95 mg/dl a digiuno o prima di pranzo e prima di cena;
  • meno di 120 mg/dl due ore dopo colazione, pranzo o cena.

Per questo, dopo la diagnosi di diabete gestazionale e fino al parto, le donne con diabete gestazionale dovranno misurare la glicemia capillare 2-4 volte al giorno e registrare i valori su un apposito schema da portare in ambulatorio a ciascuna visita. Misurare le glicemie capillari a domicilio richiede solo pochi minuti, è facile perché i reflettometri attualmente in commercio sono semplici e comodi da utilizzare e consente alla donna di verifcare “sul campo” che l’alimentazione raccomandata consenta di mantenere la glicemia entro i valori ottimali per la gravidanza. La corretta alimentazione materna è fondamentale per la crescita sana del bambino. In generale le donne con diabete gestazionale trovano più comodo e gradevole seguire alcuni semplici consigli generali piuttosto che uno schema di dieta rigido. La loro alimentazione dovrà:

  • essere limitata nelle calorie giornaliere (1600-2000 calorie giornaliere a seconda del peso pregravidico);
  • essere bilanciata (50% in zuccheri prevalentemente complessi, 30% di grassi e 20% di proteine);
  • essere povera in zuccheri semplici (zucchero bianco o di canna, miele, biscotti, pasticcini, marmellata, frutta molto dolce, cioccolato, etc. …). è possibile l’uso di dolcificanti artificiali in moderate quantità;
  • prevedere il consumo di zuccheri complessi (pane, pasta, riso, legumi, patate) suddivisi nell’arco della giornata nei tre pasti principali e in due spuntini a metà mattina e metà pomeriggio;
  • essere ricca di verdure cotte o crude che possono essere consumate a piacere con attenzione alla quantità di condimenti
    utilizzati;
  • prevedere il consumo di latte, yogurt senza zuccheri aggiunti e formaggi in modo da fornire un adeguato apporto di calcio.

E’ importante che le donne sappiano che avere il diabete gestazionale non significa eliminare i carboidrati (zuccheri) complessi, ma mangiarne la giusta quantità nei diversi pasti e spuntini della giornata. Gli spuntini sono importanti perché permettono di non arrivare troppo affamati al pasto successivo. L’esercizio fisico moderato come una passeggiata, da concordare con il ginecologo, contribuisce a mantenere la glicemia entro i valori ottimali per la gravidanza.
Nella maggioranza delle donne con diabete gestazionale (oltre il 75%) un’alimentazione adeguata riporta le glicemie alla normalità nel giro di pochi giorni. Soltanto in una minoranza di donne (meno del 25%) la dieta non è sufficiente a normalizzare la glicemia ed è necessario prescrivere la terapia insulinica che viene somministrata per iniezione sottocutanea. L’insulina è il farmaco di scelta perché l’uso degli ipoglicemizzanti orali (pastiglie per il diabete) non è consentito in gravidanza. Il numero di iniezioni giornaliere di insulina necessarie viene stabilito in base alle misurazioni della glicemia capillare. Può essere sufficiente un’iniezione di insulina ritardo o premiscelata alla sera, oppure possono essere necessarie iniezioni di insulina ultrafast prima dei pasti principali (colazione, pranzo e cena) o una combinazione dei due regimi.
La necessità di misurarsi la glicemia capillare più volte al giorno e seguire una dieta negli ultimi mesi della gravidanza (e in una minoranza di casi somministrarsi l’insulina una o più volte al giorno) può generare una situazione di stress. Questa situazione può essere superata da una corretta informazione da parte dei diversi operatori sanitari con cui la donna viene a contatto: dal medico di medicina generale, al personale dei consultori e degli ambulatori specialistici multidisciplinari. Nell’ambito di un progetto che valorizzi le risorse sanitarie sul territorio, il farmacista può rivestire un ruolo importante nella gestione della donna con diabete gestazionale per quanto riguarda l’informazione sullo screening (come modalità e tempistica della sua esecuzione), sulla una corretta alimentazione e sulla misurazione della glicemia capillare (come tempistica rispetto ai pasti e frequenza).
Cosa fare dopo una gravidanza con il diabete gestazionale? Le linee guida internazionali raccomandano di ripetere un carico orale di glucosio 6-12 settimane (un mese e mezzo – 3 mesi) dopo il parto per controllare che le glicemie a digiuno e post-prandiali siano tornate normali. Il test è normale se la glicemia è minore a 100 mg/dl a digiuno e a 140 mg/dl a 120 minuti. Una glicemia a digiuno normale non esclude una alterata tolleranza ai carboidrati dopo una gravidanza con diabete gestazionale, per questo il ritorno ad una tolleranza glucidica normale può essere confermato solo ed esclusivamente con l’esecuzione del carico orale. Spesso il diabete gestazionale si ripresenta nelle gravidanze successive. Se dopo una gravidanza con diabete gestazionale si è nuovamente in attesa di un bimbo è importante controllare la glicemia a digiuno già nelle prime settimane di gravidanza ed eventualmente anticipare il carico orale di glucosio alla 16a settimana di gravidanza. Le donne con diabete gestazionale hanno un aumentato rischio di sviluppare diabete di tipo 2 negli anni successivi alla gravidanza. Molto può essere fatto per ridurre questo rischio, come mantenere uno stile di vita sano con una dieta bilanciata che aiuti a ritornate o mantenere il peso ideale e un esercizio fisico regolare (almeno 10.000 passi al giorno se non si pratica un’attività sportiva). Può essere importante controllare una glicemia a digiuno ogni due anni che dovrà mantenersi inferiore a 100 mg/dl.

Dottoressa Marina Scavini
Specialista in Diabetologia e Malattie del Ricambio
Unità Operativa di Medicina Interna ad indirizzo Endocrinologico e Diabetologico
Ospedale San Raffaele, Milano

Dottoressa Maria Teresa Castiglioni
Specialista in Ostetricia e Ginecologia
Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia
Ospedale San Raffaele, Milano

Dottoressa Diletta Fiandaca
Psicologa e Psicoterapeuta
Unità Operativa di Medicina Interna ad indirizzo Endocrinologico e Diabetologico
Ospedale San Raffaele, Milano

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