Dolce attesa … ma non troppo! – Parte I

I rischi della gravidanza con diabete gestazionale
Per diabete gestazionale si intende un aumento della glicemia (livelli di zucchero nel sangue) a digiuno o dopo i pasti che si osserva per la prima volta in gravidanza, soprattutto a partire dal secondo trimestre. In gravidanza molte funzioni del corpo materno subiscono profonde modificazioni. Tra queste aumenta la resistenza all’azione dell’insulina – l’ormone che abbassa i livelli di glucosio nel sangue – per garantire al feto un continuo flusso di glucosio per il suo sviluppo. Se la produzione di insulina della madre non riesce a bilanciare questa aumentata resistenza insulinica, le glicemie si alzano, ovvero si ha il diabete gestazionale. Il diabete gestazionale è una complicanza relativamente frequente della gravidanza che in Italia negli ultimi decenni è andata progressivamente aumentando, interessando oggi circa il 5-10% delle gravidanze.
Tutte le donne in gravidanza possono potenzialmente sviluppare il diabete gestazionale. Le donne a maggior rischio sono donne in sovrappeso o obese, di età superiore ai 35 anni, con familiarità per diabete di primo grado (madre, padre, sorella o fratello) o secondo
grado (nonni, zii, cugini); con diabete gestazionale in una precedente gravidanza e/o con bimbi che pesavano più di 4 chili alla nascita,
con ripetuti aborti, o con considerevole aumento di peso durante la prima parte della gravidanza.
Ma perché è così importante identificare le donne con diabete gestazionale? Perché il bambino in utero riceve dalla madre – attraverso la placenta – il glucosio che gli è indispensabile per crescere. Una glicemia anche di poco superiore ai valori normali stimola il pancreas del bambino a produrre insulina, esponendolo ad alti livelli di insulina (iperinsulinemia) che favoriscono una crescita eccessiva del bambino. Se una madre con diabete gestazionale non controlla adeguatamente le sue glicemie, il suo bambino potrà pesare alla nascita oltre 4 chili ed avere una circonferenza addominale aumentata per la deposizione di grasso favorita dall’iperinsulinemia. Un bambino grande, soprattutto se è un primo figlio, può non riuscire a passare attraverso il canale del parto per cui sarà necessario il parto cesareo o l’induzione del parto prima del termine della gravidanza. Inoltre il bambino di una mamma con glicemie poco controllate potrà avere un aumentato rischio di glicemie troppo basse (ipoglicemia) nel periodo neonatale con necessità di un’infusione endovenosa di zucchero per alcune ore dopo la nascita e una maggiore probabilità di diventare obesi nell’infanzia o nell’adolescenza.
Il diabete gestazionale non provoca sintomi a meno di valori di glicemia molto alti e quindi la diagnosi si può fare soltanto con un carico orale di glucosio. Questo test è molto semplice e consiste in un prelievo di sangue al mattino a digiuno, nel bere in 5 minuti un bicchiere con 75 grammi di glucosio sciolto in acqua ed eseguire altri due prelievi di sangue 60 e 120 minuti dopo aver bevuto il glucosio. Per la diagnosi di diabete gestazionale è sufficiente che almeno una glicemia sia uguale o superiore ai valori soglia indicati dalle linee guida: 92 mg/dl a digiuno, 180 mg/dl a 60 minuti e 153 mg/dl a 120 minuti. Il periodo opportuno per eseguire il carico orale di glucosio è tra la 24a e la 26a settimana di gravidanza. Il carico orale di glucosio può essere anticipato alla 16a settimana di gravidanza se la donna ha numerosi fattori di rischio per diabete gestazionale (donne ad alto rischio). Soltanto in una minoranza di donne sono presenti glicemie a digiuno maggiori di 92 mg/dl già nelle prime settimane di gravidanza e la diagnosi viene fatta basandosi su queste glicemie senza necessità di eseguire il test da carico.
Le linee guida internazionali raccomandano lo screening del diabete gestazionale alla 24a – 26a settimana a tutte le donne in gravidanza, indipendentemente dalla presenza di fattori di rischio (screening universale). In Italia l’Istituto Superiore di Sanità ha ritenuto di limitare lo screening per il diabete gestazionale soltanto alle donne con almeno uno dei seguenti fattori di rischio (screening delle donne a rischio): donne di età superiore ai 35 anni, con pregresso diabete gestazionale, con familiarità di primo grado per diabete, sovrappeso o obese, con bimbo con peso alla nascita oltre 4.5 chili, provenienti da paesi con un’alta prevalenza di diabete [Asia meridionale (India, Pakistan, Bangladesh), Caraibi (popolazione di origine africana), Medio Oriente (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Giordania, Siria, Oman, Qatar, Kuwait, Libano, Egitto)].

Dottoressa Marina Scavini
Specialista in Diabetologia e Malattie del Ricambio
Unità Operativa di Medicina Interna ad indirizzo Endocrinologico e Diabetologico
Ospedale San Raffaele, Milano

Dottoressa Maria Teresa Castiglioni
Specialista in Ostetricia e Ginecologia
Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia
Ospedale San Raffaele, Milano

Dottoressa Diletta Fiandaca
Psicologa e Psicoterapeuta
Unità Operativa di Medicina Interna ad indirizzo Endocrinologico e Diabetologico
Ospedale San Raffaele, Milano

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