Curiamo i denti ed il sorriso

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Nove persone su dieci ritengono che la perdita dei denti si possa prevenire ma non c’è coerenza rispetto ai comportamenti da mettere in atto per evitarla

Anche i denti si ammalano: la parodontite

La corretta igiene orale è fondamentale anche per prevenire la parodontite, una condizione che può portare alla perdita dei denti, favorita anche dal fumo. I fumatori sono più soggetti ad ammalarsi rispetto ai non fumatori, e inoltre il fumo causa un maggior rischio di complicanze per i pazienti che si sottopongono a inserimento di impianti.

La parodontite è causata in primo luogo dall’accumulo della placca batterica che, con il tempo, fa ammalare la gengiva, provocandone il progressivo scollamento dal dente. «La malattia parodontale, tramite un meccanismo che ha a che fare con le difese dell’organismo, provoca infatti la formazione di tasche, espressione patologica del solco gengivale fisiologico, normalmente di 1-3 millimetri, che può in questo caso arrivare anche a 10-12 mm. Nelle tasche si annidano batteri sempre più aggressivi che, insieme ad altri fattori tra i quali è molto importante la suscettibilità dell’ospite, provocano la progressione della malattia», precisa Carboncini.

I primi segni, da non trascurare, sono il sanguinamento, spontaneo o durante l’uso dello spazzolino. «La presenza di sangue, a volte erroneamente attribuita a una generica infiammazione della gengiva magari per aver mangiato cibi irritanti, è invece sempre segno di problemi gengivali», sottolinea Carboncini. «Che si tratti di gengivite marginale, trattabile migliorando l’igiene, o di parodontite che richiede l’intervento del dentista, ogni sanguinamento deve essere portato all’attenzione dello specialista, che saprà distinguere tra i due casi.

Per prevenire la malattia parodontale è necessario lavarsi i denti almeno dopo i pasti principali e usare una volta al giorno il filo interdentale. Il solo spazzolino infatti non è in grado di eliminare tutta la placca, specialmente nelle zone di contatto tra dente e dente. Accanto a questo, è opportuno sottoporsi a visite di controllo periodiche. Non solo per individuare la malattia e intervenire tempestivamente, ma anche perché recenti ricerche hanno evidenziato nessi tra parodontite e malattie come diabete e sindromi cardiovascolari. Il dentista, diagnosticando la parodontite, può quindi indirizzare il paziente verso malattie che nulla hanno a che fare con la bocca».

Non solo un problema estetico

Tra gli effetti negativi della mancanza di denti anche la cattiva masticazione, che porta con sé carenze nutrizionali e difficoltà digestive. Ciò che invece non è facilmente intuibile riguarda il ruolo della corretta masticazione sull’attività cognitiva, messo in luce da un filone di ricerca sviluppatosi nel corso degli ultimi dieci anni.

Spiega Carboncini: «Studi sperimentali sull’animale hanno dimostrato in maniera incontrovertibile che esiste una relazione diretta tra deficit masticatorio e deficit cognitivo. Negli studi sull’uomo è stato osservato un aumento della performance cognitiva come conseguenza della masticazione, per due ragioni: da una parte l’atto masticatorio aumenta l’afflusso di sangue al cervello, dall’altra attiva diverse aree cerebrali direttamente implicate con la performance cognitiva.

Sappiamo che la masticazione agisce sul livello di veglia, favorisce l’apprendimento e stimola la memoria. Ciò che non è ancora stato dimostrato nell’uomo è invece l’esatto nesso causale tra perdita dei denti e diminuzione delle capacità cognitive, anche se diversi ricercatori hanno osservato una correlazione positiva tra deficit masticatorio e sindromi depressive, nonché tra deficit masticatorio e malattia di Alzheimer. Altri studi, infine, sostengono che avere meno di nove denti può essere considerato un fattore di rischio per lo sviluppo di demenza entro i dieci anni successivi. Da qui la necessità di ripristinare la funzione masticatoria nei pazienti per i quali questa risulti compromessa».

Stefania Cifani

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