Capelli e autunno – parte 2

Salute & Benessere capelli autunno

Capelli e autunno

Per mantenere in salute la nostra chioma è bene conoscere caratteristiche e attività dei capelli per sostenerli e aiutarli a contrastarne la perdita quando è eccessiva.

Telogen effluvium

Nel caso del telogen effluvium, un termine che definisce una caduta dei capelli in fase telogen (capelli a riposo) è una ‘patologia non grave’ dovuta a un evento acuto accaduto, generalmente, nei tre mesi antecedenti il fenomeno. Le possibili cause sono numerose e vanno ricercate sia con una anamnesi sia con analisi del sangue.

Fra le possibili cause ci possono essere malattie, febbre elevata, interventi chirurgici, anestesia generale, stress acuti, post parto, malattie della tiroide, diabete mellito, trattamenti dentari, diete dimagranti, anoressia e bulimia ma anche particolari tipi di farmaci. Fra questi ultimi, per esempio, ci sono antidepressivi e betabloccanti, antivirali, Vitamina A, anabolizzanti, anticoagulanti, antitiroidei, ipocolesterolemizzanti. C’è anche l’effluvium cronico che colpisce quasi esclusivamente le donne e inizia con un modesto diradamento evidente soprattutto sulle tempie.

Ci sono terapie utili a ridurre questa caduta?

Secondo la dottoressa Antonella Tosti, uno dei primi dieci esperti al mondo per le malattie dei capelli (attualmente Professore di Dermatologia Clinica presso Leonard Miller School of Medicine Università di Miami, Florida USA), per contrastare il telogen effluvium può essere utile un trattamento con lozioni che contengano piccole quantità di cortisonici o principi attivi che stimolano la ripresa della fase anagen. Un aiuto può arrivare anche da integratori che contengano oligoelementi e aminoacidi purché non contengano vitamina A che ha un effetto negativo sulla caduta.

Alopecia androgenetica

Se invece parliamo di alopecia androgenetica o calvizie, una malattia che colpisce circa l’80 per cento dei maschi e circa il 50 per cento delle femmine nel corso della vita e che aumenta con l’età, parliamo di una patologia causata dagli ormoni androgeni, quelli maschili e da una predisposizione genetica. Il termine Alopecia deriva dal greco con riferimento alla volpe e all’elevata perdita di pelo stagionale di
questo animale.

Nell’alopecia androgenetica i follicoli piliferi si miniaturizzano a causa degli ormoni androgeni – in particolare del diidrotestosterone (DHT) – producendo capelli piccoli, sottili, scarsamente pigmentati e privi di midollo. I follicoli non sono tutti colpiti contemporaneamente e quindi nelle zone dove è presente l’alopecia androgenetica sussistono sia i follicoli miniaturizzati sia gli altri. Questa patologia colpisce sia gli uomini sia le donne. L’alopecia androgenetica maschile è caratterizzata da una progressiva riduzione dell’attaccatura dei capelli e di un diradamento al vertice del capo e viene valutata secondo la scala di Hamilton che individua 12 gradi di calvizie, in base alla localizzazione e all’estensione della caduta.

Il diradamento è lento e progressivo e cambiano consistenza e spessore dei capelli che appaiono più sottili. Spesso all’alopecia androgenetica si associa la dermatite seborroica. L’alopecia androgenetica femminile in chi ha i capelli lunghi vede ridurre la massa dei capelli specie a livello delle punte mentre in chi ha i capelli corti l’effetto maggiore è un forte diradamento. La gravità dell’alopecia androgenetica femminile è valutata secondo la scala di Ludwing che distingue tre gradi di crescente gravità.

Il fusto del capello

È costituito da 3 strati. Nello strato esterno, detto anche cuticola, le cellule sono appiattite e sovrapposte come le squame dei pesci con un bordo libero. Se queste scaglie sono appianate i capelli sono lucidi e scorrono bene uno sull’altro, se invece sono rialzate i capelli sono opachi, si aggrovigliano e, con il tempo, si fessurano in punta. Lo stato intermedio del fusto, il più spesso, si chiama corteccia ed è costituito da fibre con maggior spessore e più lunghe, nelle quali si localizza il colore determinandone anche forma e consistenza.

Lo strato centrale si chiama midollo e, spesso, non è presente nei peli più sottili. È costituito da cellule poliedriche sovrapposte. Si dice che il fusto del capello è una struttura morta ma a in realtà questo significa che al suo interno non ci sono cellule che si rinnovano. Infatti il fusto non è inerte poiché ha proprietà fisiche come elasticità, capacità di assorbire l’acqua, resistenza a carichi e trazioni e se, per esempio, un capello ha una cuticola non integra può assorbire più acqua e “scoppiare” per effetto di un asciugacapelli troppo caldo.

Elisa da Vinci

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