Ansia ed attacchi di panico – parte 2

Indice dei contenuti
Fobie ed ansia
“…il panico è l’esperienza del
nostro tutto, della dirompente
energia creativa che è dentro
ognuno di noi!”
La musica in testa
Giovanni Allevi
Il musicista Giovanni Allevi, che ha riportato il suo incontro con questo tipo di disturbo, è un esempio di come da queste situazioni estremamente intense e dolorose si possa uscirne.
Un’altra forma di reazione d’ansia, che vede la persona concentrata su oggetti specifici che tenta di evitare è la fobia. Alcune tra le fobie più condivise da un alto numero di persone sono ad esempio l’agorafobia (paura degli spazi aperti) e la claustrofobia (paura degli spazi piccoli).
Ogni esperienza fobica porta con sé il timore del confronto con l’oggetto o la situazione che può attivare l’ansia. Si mette in moto così l’anticipazione di un fatto che non si è ancora realizzato, ma che è vissuto come se lo fosse. Ne consegue un evitamento della situazione-stimolo e un successivo ritiro sul piano sociale.
“La conoscenza di sé
determina un aumento del
potere personale.”
Bruce H. Lipton
Cause dell’ansia
Le forme dell’ansia tuttavia possono ricondursi a cause differenti: stimoli interni (come un dolore di cui non conosciamo l’origine) o reazioni fisiche allo stress o ancora l’effetto collaterale di alcuni farmaci.
La stessa caffeina, se consumata in quantità elevate, può causare sintomi di ansia, nonché la sospensione di sostanze d’abuso. Alcuni pazienti riportano anche stati d’ansia correlati a condizioni mediche specifiche come i disturbi del sistema endocrino o l’angina pectoris (dolore al petto legato ad un apporto inadeguato di ossigeno nel sangue al cuore).
L’approccio gestaltico nell’ansia
Sovente le persone arrivano in studio quando percepiscono l’ansia come “anormale”, spropositata rispetto alla situazione, persistente anche in situazioni non stressanti o più semplicemente insensata.
L’approccio gestaltico che utilizzo in psicoterapia favorisce nell’individuo il contatto con quella capacità, propria all’essere umano, di attivare le sue risorse naturali per agire in modo creativo e comprendere come in certi casi l’accettazione del senso di angoscia correlato ad un sintomo possa avviare un processo di guarigione.
Nella psicoterapia della gestalt il contatto con le emozioni che esprimiamo anche attraverso il corpo è al centro della relazione tra terapeuta e paziente.
E nello spazio della relazione sovente la solitudine arriva ad incrinarsi e l’angoscia a placarsi. Il sé, dentro e fuori dalla seduta, si sporge oltre se stesso.
L’angoscia è un’emozione che può farci riscoprire risorse interiori che potrebbero altrimenti rimanere imprigionate.
In terapia ci si accorge che essa è un elemento della polarità della vita e prendersi uno spazio e un tempo per trovare la nostra direzione può rivelarsi una grande opportunità.
Conclusioni
In conclusione di una psicoterapia incontro pazienti che riportano uno stato di benessere spesso legato alla ricollocazione cui l’angoscia, intollerabile quando sono arrivati in studio, è subentrata durante e attraverso il cammino percorso.
L’ansia e le sue forme possono sfidarci a percepire l’importanza del prenderci cura di noi. E la paura in molte situazioni risulta moderata dall’apertura di uno spazio protetto in cui potersi fermare, guardarla e, nel tempo, vederla ridursi.
Decidere cosa fare delle nostre ansie può significare decidere del nostro atteggiamento nei confronti della vita. E proprio lì, tra il silenzio e la parola ci muoviamo insieme portando fuori le nostre emozioni nel cammino prezioso di apertura alla vita della cura di sé.
Gladys Pace
Psicologa – Psicoterapeuta
Specialista in Psicologia Clinica
studio.psicoterapia.pace@gmail.com
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