Oncologia – parte 2

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Oncologia, tra innovazione e crescita della spesa sanitaria

«Le neoplasie polmonari», spiega Filippo De Braud, direttore Oncologia Medica, Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori, Milano, «sono un bel modello per dimostrare l’evoluzione della strategia di cura in oncologia. Infatti, sino a pochi anni fa nello stadio avanzato l’unico strumento disponibile era la chemioterapia. Nell’ultimo decennio sono state scoperte mutazioni geniche che guidano la crescita tumorale in questa patologia e, di conseguenza, sono stati sviluppati e resi disponibili a carico del Ssn diversi farmaci che bloccano quel segnale e che hanno rappresentato una rivoluzione. La loro attività è migliore e più duratura della chemioterapia».

Un grande passo avanti, ma ancora non per tutti e non per guarire definitivamente perché la malattia ricomincerà a crescere dopo qualche mese/anno di trattamento a causa dello sviluppo di popolazioni cellulari resistenti. «Tutta la ricerca attuale», continua De Braud, «è concentrata nell’individuare i meccanismi di resistenza e il modo di contrastarli, e sono già in sviluppo farmaci di seconda e terza generazione sempre più efficaci. Possiamo quindi prevedere che in futuro saranno disponibili sequenze di cure “biologiche” piuttosto che chemioterapiche. Una seconda rivoluzione avvenuta negli ultimi cinque anni è quella legata all’immunoterapia». Sono stati sviluppati farmaci in grado di rendere le cellule tumorali più sensibili all’attacco del nostro sistema immunitario.

Oncologia: gli alti costi

«Queste novità», commenta «cambieranno radicalmente l’organizzazione dell’assistenza oncologica e non solo per il problema dei costi di questi farmaci, ma anche per il problema organizzativo di strutture che si trovano ad assistere in trattamento malati per molto più tempo. Dal momento che l’incidenza dei tumori è in aumento e grazie alle cure anche la loro prevalenza, ci si troverà a breve a dover affrontare il problema di gestire la necessità di aumentare le prestazioni oncologiche (visite, terapie, esami radiologici, eccetera) per non penalizzare l’accesso all’assistenza dei nuovi malati». Innovazione, quindi, è anche aumento della spesa e riorganizzazione.

«Il dibattito sui farmaci anti cancro ad alto costo è di enorme interesse», continua Curigliano. «Nel 2013, in tutto il mondo sono stati spesi per i farmaci oncologici 91 miliardi di dollari. Il problema del costo eccessivo dei farmaci anti cancro è una criticità importante e va affrontato a partire dall’appropriatezza e dalla valutazione nell’ambito delle strategie di controllo della specifica patologia neoplastica.

La questione va inquadrata in una prospettiva più ampia, che garantisca l’immediata disponibilità delle terapie innovative in tutto il territorio, il miglioramento dei percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali, la valutazione post registrativa del farmaco con il monitoraggio dell’efficacia clinica/tossicità e la semplificazione delle procedure amministrative.

Oncologia: la sostenibilità dei costi

Inoltre, la disponibilità dei dati dei registri dei farmaci oncologici potrebbe permettere di rivedere il “costo” di un farmaco sulla base della reale pratica clinica del nostro Paese, superando la complessa procedura dei rimborsi. È essenziale mettere a punto una valutazione continua del rapporto beneficio/prezzo. La sostenibilità del sistema, legata a doppio filo alla vera innovazione farmaceutica e all’arrivo di molecole sempre più complesse e dagli alti costi, è uno dei temi fra i più importanti nel processo di accesso all’innovazione».

Un tema che coinvolge specialisti, economisti, decisori e mass media. Esiste infine un problema di sprechi (stimati in circa il 20 per cento della spesa sanitaria secondo il Gimbe – Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze) che oggi può essere affrontato grazie alle grandi quantità di dati disponibili dai flussi amministrativi, dai registri e dalle cartelle cliniche informatizzate ospedaliere e relative ai ricoveri, alle prestazioni ambulatoriali, al consumo dei farmaci.

In Italia sono oltre tre milioni le persone che vivono dopo una diagnosi di cancro. Ogni anno la popolazione dei pazienti e dei survivor oncologici aumenta di 90.000 persone. Ormai, a eccezione dei tumori della cute, il 55 per cento degli uomini e il 63 per cento delle donne colpiti da patologie oncologiche sopravvive nei cinque anni successivi alla diagnosi (dati Aiom/Airtum 2016).

Il cancro polmonare è la neoplasia più comune al mondo, colpisce in genere tra i 55 e i 75 anni, anche se sono in crescita le diagnosi in persone di 40-50 anni. L’80 per cento dei casi è associato al tabagismo, ma sono fattori di rischio collegabili anche l’inquinamento atmosferico, urbano e domestico e la familiarità. Purtroppo difficilmente viene individuato in fase iniziale, di conseguenza ha una percentuale di sopravvivenza particolarmente bassa. Ma anche per questa patologia le cose stanno cambiando.

Paola Gregori

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